recensioni dischi
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DEL NORTE  "Teenage mutant ninja failures"
   (2017 )

Parlare di grunge proprio in questi giorni è particolarmente faticoso, vista la recente, tragica scomparsa di Chris Cornell, di certo una delle figure cardine della scena; tuttavia è bello sentire che tale eredità sia ancora viva e vegeta, e i Del Norte ne sono dei validi ambasciatori. L'Ep "Teenage mutant ninja failures" presenta tutti gli elementi caratterizzanti del genere sviluppatosi a Seattle: le chitarre sgangherate di "Faceless" (grunge letteralmente si può tradurre anche con "sgangherato"), i riff melodici minimali come quello del brano d'apertura "Chun-Li" - e chi c'era sa che importanza formativa abbia avuto Chun-Li nelle sale giochi - la malinconia potenziata in settima maggiore di "On the basement", con il basso sferragliante e la voce ruvida e decisa come quella di Billy Corgan ma dal timbro più sottile. C'è tutto di quegli anni; perfino la copertina dell'Ep, che mostra un personaggio a fumetto con la testa di lama e con tutta probabilità strafatto, rievoca nello stile quella pletora di cartoni animati trasgressivi e irresistibili che trasmetteva Mtv (quando era un canale serio e di riferimento controculturale)."Pa Pa Pa!" è una corsa scatenata che trasporta il sound anni '90 verso l'alternative più recente. "Spacecoyote", il pezzo di chiusura, ha una qualche influenza del rock di casa nostra dei Verdena, e si dimostra un efficace anello di congiunzione fra la scena americana e quella tricolore. Oltre all'energia sprigionata dal power trio, "Spacecoyote" concede anche dei piccoli spazi in cui lasciar disperdere nell'aria il suono della chitarra in delay. Particolarmente forte è la terza canzone "Oldboy", battezzata come un acclamato film coreano del 2003: un sound che non conosce tregue. I Del Norte propongono quindi un alternative rock che funziona, da ascoltare senz'altro sia nell'Ep ma soprattutto seguendoli ai concerti, perché il disco è un invitante biglietto da visita che invoglia andare a vedere questi ragazzi dal vivo. (Gilberto Ongaro)