recensioni dischi
   torna all'elenco


PUNK Y NADA  "Indironico"
   (2017 )

Umorismo irriverente arriva da Venezia con i Punk Y Nada, band indie rock che sforna l'album "Indironico", contenente 11 allegre canzoni dai testi goliardici. Sullo sfondo della goliardia talvolta si materializza lo spettro della disoccupazione e della precarietà, affrontata sempre con sagacia. "Piove Venezia Piove" ad esempio, sorretta da un riff che ammicca a "Brainstew" dei Green Day, parte da una spesa al Billa per arrivare ad una galleria di statue di uccelli in bronzo; la voce canta di averne fatta cadere una (per arrivare a dire: "Mi cade l'uccello"), attraversando un improbabile aggiornamento di curriculum con la mansione di fiorista. Il tema prosegue in maniera più specifica in "E.T.": "E.T. telefono casa, il telefono ce l'ho, e la casa invece no", il futuro incerto si staglia all'orizzonte, sempre su un'allegria rock and roll. "Attaccapanni" è un'ingegnosa metafora di un amante: "Ti è sempre piaciuto avere uno che stesse al tuo gioco, zitto fermo appeso dentro l'armadio, guarda caso come l'attaccapanni", la musica moderata sostiene un'ariosa melodia. "Posacenere", che non ha nulla a che fare col "Portacenere" di Bugo, è invece una ballata in 6/8, a modo suo romantica, sulla distanza dall'amata: "Oggi tu sei partita mentre io torno ad essere quello che sono da sempre, un uomo un po' spento in un posacenere". Sorpresa! Una chitarra che simula il segnale di linea libera del telefono fisso - tu tuu, tu tuu, chi lo ricorda? - introduce "Nostalgia di una cabina telefonica", un veloce punk rock melodico che farà sciogliere tutti i trentenni, rievocando la scritta SIP, la cornetta arancione, la pubblicità in cui Alessandra Bellini chiedeva: "Mi ami, ma quanto mi ami?". Altro scherzo telefonico è presente nel seguente "La mia donna ideale", dove la chitarra acustica esegue il celebre Nokia Tune (che in realtà proviene dalla ''Gran Vals'' di Francisco Tàrrega). L'identità di questa donna ideale, presentata con sarcasmo come una diva, intelligente, che quando si veste di giallo non capisci più niente, viene rivelata a metà canzone, ma qui non voglio rovinarvi la sorpresa. Anche se un indizio potreste trovarlo, andando a vedere le foto sulla loro pagina Facebook. Ad ogni modo la donna in questione viene idolatrata con tanto di ululati maschili da parte di tutta la band, e il pezzo è spassosissimo. "Navi" è il classico lentone serio di turno, in cui il cantante si immagina guardiano del faro, intento ad osservare le navi, che passano e... piangono. L'irriverenza torna e giunge al suo massimo nella provocatoria "Scherzetto a Battiato", dove i nostri si sono cimentati nella scrittura di alcune strofe senza senso che si rifanno ai testi di Franco: "Mamma Aristotele, fratello Pitagora, in quale galassia orbitante avete vissuto?", per poi fare il verso al ritornello di "Voglio vederti danzare" cantato in "pe-pe-pepepepe-pe-pe" e mettere in scena un invito diretto al Maestro di prendere il largo in un'arca con tutti i suoi "vaniloqui" (bocca mia stai ferma!). Il pezzo può risultare liberatorio per chi Battiato non lo ha mai sopportato, mentre farà innervosire tutti gli altri se sono permalosi. Eh-ehm [colpo di tosse] Battiato viene citato di nuovo con un "cuccuruccucu" in "Venezia Arcore", altro pezzo goliardico dove il cantante (che qui capiamo chiamarsi Davide) si immagina a poter compiere gesta eroiche, tipo appendere Sangiorgi dei Negramaro a testa in giù, o tassare le vocali di Pelù, allora sì che diventerebbe ricco e si farebbe una villetta ad Arcore. I membri della band gli rispondono cantando in coro: "Dai Davide non fare così, pensa se tutti quanti facessero così!". In questi ritornelli i Punk Y Nada tendono a optare per cori da stadio, che restano in testa, e anche gli assoli di chitarra sono melodici e orecchiabili. "Il grido della luna" è un'altra ballata, l'unico pezzo in tonalità minore, che come il precedente "Navi" presenta un po' di malinconia, qui in quantità maggiore: "Giorno di luna piena, è inutile piangere o chiudere a lutto, oggi tocca a me". Anche se non si prende mai sul serio - neppure in questo caso dove scappa una risatina - qui la band dimostra anche di saper scrivere brani con intenzione profonda: "Tutto quadra, tutto il mosaico, niente sembra fatto a caso", intessendo delle doppie voci molto incisive. L'album termina con un tema di scottante attualità, che tocca tutti noi nel profondo quotidiano, e che non può restare ignorato dai mass media: perché appena esci di casa ti scappa di nuovo la pipì se l'hai appena fatta? Prima di mandarmi a quel paese, sappiate che questo è lo spirito dei Punk Y Nada. Sanno giocare e prendersi gioco di ascoltatori e musicisti, suonando in maniera ben affiatata e diffondendo parecchia spensieratezza; e così si chiude l'album "Indironico", cantando "Pipì". E ricordate: la vostra vita non fa cacare, ma soltanto pipì, pipipipipipiii! (Gilberto Ongaro)