recensioni dischi
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USCITANORD  "Il sogno occidentale"
   (2017 )

“Il sogno occidentale” è il nuovo disco degli UscitaNord realizzato per I Cuochi Music - Milano. Si apre con “Ballata moderna”, una canzone compatta e decisa sia nella parte strumentale che in quella vocale. Il riff di chitarra è perfettamente accordato con la tematica del futuro incerto, vengono dipinti velocemente dei personaggi nei loro istanti di vita: “intanto Maria ha sempre più amici… il master si consegue in cucina”. Molto incisivo ed elegante il pezzo di chitarra elettrica finale. “Il ritorno” ha un ritmo più calmo ed un tono riflessivo e intimo. Efficaci i cambi di tonalità che emozionano quanto i versi delicati del ritornello. La dimensione è quella del sogno, forse un sogno d’amore. “Sono certo che l’unica strada è quella del ritorno, a casa da te” sono i versi che riassumono la poetica racchiusa in questa canzone preziosa. La terza traccia è “L’eleganza della sposa”, i colori pastosi della batteria soffusa sono proprio quelli di un quadro appena finito che fanno entrare le parole anche nella testa più resistente al romanticismo. L’assolo di chitarra è perfettamente equilibrato e sostiene bene le parole “sei tutti gli elementi che danno senso alla mia vita”. “Tra un silenzio e il vento” è decisamente ritmica e vivace, proprio come l’umore di chi sta per intraprendere un viaggio a lungo sognato. Belli ed evocativi i versi che sanno cogliere le emozioni nei loro aspetti più essenziali. (Io l’ho ascoltata in treno e vi assicuro che funziona!). La quinta traccia è “Sentimenti nel tempo”: una piacevole dimensione nostalgica capace di ricordare certe produzioni di Ivano Fossati. Questo non solo per il bel timbro vocale di Marco Belisario ma anche per quella capacità di cogliere e descrivere i particolari delle diverse situazioni raccontate. “Dita” è forse la canzone che ho ascoltato più volte all’interno di questo lavoro ispirato. Come si intuisce dal titolo si parla di dita fotografate nei contesti più disparati, e inesorabilmente si finisce col parlare di dita di una persona ben precisa: “Dieci sono le dita, come le volte che ti chiamo per sapere come stai”… Geniale! Piacevole l’alternanza dei ritmi di strofe e ritornelli che, a differenza di quella ragazza, rispondono molto bene. “Vincenzo” è una specie di audio-agguato, il tempo è molto cadenzato e anche il testo ha gli accenti molto marcati che dimostrano la qualità della penna di chi scrive i testi (Belisario). Mi piace il finale sotteso dalla chitarra che fa il suo piccolo assolo incisivo. Se posso permettermi un consiglio, in futuro proverei ad aggiungere un po’ di distorsione proprio alla chitarra: penso si creerebbe un bell’effetto complementare alla pasta della voce. “Neve” è la traccia più sinuosa dell’album. E’ descrittiva, soffusa, suadente, crea un’atmosfera che solo certi cantautori sanno creare… mi viene in mente Andrea Chimenti in “Tempesta di fiori”. L’ottava canzone mostra un bel carattere fin da subito, senza base strumentale vengono letti i primi versi poetici: “La bugia, la verità, l’alchimia, la sazietà. Chi butta spavento, chi vanta possesso. Chi vende sgomento, chi prende tempo”. Il corpo di questa traccia è un bel ritmo compatibile con il tono riflessivo della canzone che parla degli aspetti più diversi della vita e dei caratteri umani. “Canzone proverbiale” si discosta da tutte gli altri episodi ascoltati fino a questo punto: una parte del testo è cantato in dialetto ed è sottesa da un vivace tempo in levare. Una bella sorpresa inaspettata. A chiudere questo disco è “Il sogno occidentale”. Una confessione ad un amico che è costretto a partire perché non è stato accettato e compreso. Il testo è davvero struggente, e la linea melodica ricca di belle aperture che evidenziano le qualità musicali degli UscitaNord. Interessante la parte di testo cantata in francese. Purtroppo il disco finisce, ma si ha la sensazione di aver fatto un bellissimo viaggio e con dei nuovi amici da rivedere (e riascoltare) presto. (Davide Borella)