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HELLO SPUNK  "Radical shit (special edition)"
   (2017 )

Chi non sopporta i radical chic sono soprattutto i radicali veri, coloro che vogliono risvegliare la popolazione e seguono filosofie di pensiero considerate "estreme". L'album d'esordio di Giancarlo Tommasone, in arte Hello sPunk, punta il dito a questo tipo di persone, dall'inequivocabile titolo "Radical Shit". 10 pezzi brevi e scatenati con un punk diretto ed aggressivo, meno sperimentale di quello dei CCCP ma anche meno melodico dei Punkreas; questo tipo di approccio solitamente si riscontra nelle band inglesi; la voce di Giancarlo sa gridare ed essere incisiva, e fa arrivare le sue parole provocatorie senza metafore. Sesso esplicito ("BJ4me", "Baciala anche tu", "Milf e Molinari"), droga ("La mia malattia", "Perché così", "Ninna nanna per tenerla sveglia"), rabbia (dappertutto). La critica sociale e politica non risparmia nessuno: cinquestelle col telecomando? Comunisti veterofascisti? "E' tutto finto", ammonisce il secondo brano. "Non me la prendo mai" è uno dei pezzi più agitati, e nonostante il titolo, il resto del testo va in direzione opposta: "tempo scaduto, si è accesa la spia, bomba a orologeria". "Milf e Molinari" è il brano che contiene l'invettiva del titolo dell'Lp: "Bene, come state bene, che intellettuali (...) sei così sincero, snob e artigianale". Il tutto condito dal tipico nichilismo esistenziale: siamo animali in vetrina, lasciati morire in giardino (nel pezzo "Passa la voglia", che dal particolare modo di suonare la chitarra qui più che punk sembra un... heavy country!). La bonus track "Dormo" è senza basso e batteria, ma non per questo è meno agitata delle altre canzoni. Frasi spezzate, allusioni e grilletti rendono il brano particolarmente inquietante. Per ultimo un focus sul sesto pezzo "Canzone per fortuna", che merita un'attenzione particolare: è dedicata alla tragica vicenda di Fortuna Loffredo, bambina di 6 anni lanciata dalla finestra dell'ottavo piano dove abitava, un caso giudiziario di Napoli ancora aperto, nel momento in cui si scrive. E' una canzone che, manco a dirlo, ha fatto rumore per la sua presunta sconvenienza, come qualcosa che non andava scritto. Fosse così, non dovrebbe esistere il punk. Tutta questa branca della musica esiste per dare fastidio, altrimenti non sarebbe altro che mera arroganza da adolescenti (e ne abbiamo già troppi esempi di rumore vuoto e fine a sé stesso). Del resto, anche il modo in cui si affrontano sesso e droga negli altri pezzi non è per niente erotico né estetizzante dei paradisi artificiali, l'obiettivo di provocare delle reazioni è raggiunto. Il caso non è chiuso, ed è giusto mantenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica, sempre così distratta quando si tratta di giustizia nel lungo termine; e per farlo, le buone maniere spesso sono inefficaci. Per cui ben venga l'irriverenza, e ben vengano versi così infuriati e politicamente scorretti come "ma quale fortuna, fortuna un cazzo!". (Gilberto Ongaro)