recensioni dischi
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36 STANZE  "Machete"
   (2017 )

“Machete” è il titolo scelto dai parmensi 36 Stanze, da poco divenuti un quintetto grazie all’ingresso di Luca Pioli (ex Maledeth), per la loro terza fatica discografica. La band è tornata a muoversi in territori già battuti in passato, tentando di rivitalizzare un genere che ha conosciuto il suo picco di popolarità ma che ora risulta trascurato, non sono in Italia. Quella di insistere sul crossover, ovvero su quella commistione di nu metal e hardcore, è stata una scelta tanto coraggiosa quanto azzeccata. Nonostante il disco ingrani lentamente, con le prime tre tracce che faticano a deflagrare realmente, il lotto di brani che va da “Dissidio” a “Poesia Funesta” rappresenta un momento molto positivo, in cui la band si esalta sia nei passaggi più concitati e violenti, come “Zitto e Mangia”, sia in quelli più melodici, come accade con “Dissidio”. Ma, nel mezzo, funzionano molto bene anche “7 a 1”, coi suoi umori metal, e “Geometrie Nascoste”, con un approccio più grezzo e nuovamente vicino all’hardcore punk. Nel finale, invece, il disco perde un po’ di urgenza e rallenta con “Cancrena” e “L’Inevitabile Solitudine del Cannibale”. Sebbene un po’ altalenante, il terzo disco dei 36 Stanze supera agevolmente la sufficienza e non farà fatica a essere apprezzato almeno dai fan del genere. (Piergiuseppe Lippolis)