RAPSODISMURINA "Oktopus - Il controllo d'elementi"
(2017 )
Agisce per gettare uno sguardo sulla contemporaneità e, parimenti, fornire un’analisi critica sul quotidiano, il trio capitolino dei Rapsodismurina che, col secondo lavoro tentacolare “Oktopus - Il controllo d'elementi” cala un’interessante, sporca dozzina di brani. Non per caso, ma per convinzione coerente sul numero 12, poiché hanno constatato l’accadimento ricorrente della cifra in molte cose della vita, umana e non. Riescono, abbastanza bene, a puntare il bersaglio senza mai centrarlo in pieno, ma sfiorandolo più volte, muovendosi tra ettari di rock e post-grunge con indubbi riferimenti ad Alice in Chains, e zeppe di Ritmo Tribale. Una sola ma rassicurante certezza: tanta varietà. Ci sono le chitarre ondivaghe di “Giungla dell’orco”, che fa da premessa ad un clima piuttosto energico e rimbalzante, oppure la voci effettate nell’intro di “A modest proposal”, con atmosfera inquietante da incubo irrisolto. E che dire dell’atipico rock rabbioso nei suoi aspetti più acidi di “La terra muta”? Trattasi di fantasia a iosa e giusta scelta per il singolo da lanciare. I Rapsodismurina sono scaltri, preparati, e non si lasciano tentare dal perenne canto ma danno spazio anche alla bella strumentale “Woland is waiting for me in the fire”, in cui troneggia il raffinato sound della chitarra classica che, inevitabilmente, viene in seguito surclassata dalla elettrica, per riprendersi lo scettro in chiusura. Il convoglio dell’album non viaggia unicamente su rotaie rock ma salgono anche sul “Train” dall’aspetto orientaleggiante, con un assolo di primordine di electric guitar. E non sono mica fessi ad appesantire troppo la proposta, inserendo nella lista due splendide ballate come “Cianuro ai papaveri” e “Molino stedite vodu”, quest’ultima incentrata su incantevoli dialoghi tra acustiche. Ma sono, altresì, furbetti ad accennare il giro Beatlesiano di ''Michelle'' in “Sparkling scotoma”, o graffiare con schitarrate in àmbiti Clash di ''London Calling'' in “Nella zona ambigua tra rosso e verde”. Però, badate, nulla di smaccati taglia-e-incolla: solo piccole schegge per grandi ispiratori. Per farla corta, questo power-trio con “Oktopus - Il controllo d'elementi” si è calato nei panni di uno stregone capace di mischiare, con giusta alchimia, le polveri nel calderone, per ricavarne un risolutivo antidoto alla noia e all’inusuale, complice l’etrusco influsso del Re Smurina, orgoglioso di contare su tre impeccabili cortigiani. (Max Casali)