recensioni dischi
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TETA MONA  "Mad woman"
   (2017 )

Il disco d’esordio di questa cantante pugliese (Teta Colamonaco è il suo vero nome) ci presenta un’artista di sicuro talento, con tanta gavetta alle spalle, anche internazionale. Fin dalla title track l’intento è chiaro: una perfetta fusione tra la particolare voce della cantante e il dub del basso, tra reggae ed elettronica. Teta Mona si trova certamente a suo agio più con l’inglese che con l’italiano. Solo due sono i brani nella nostra lingua, infatti: il primo è “Orologio”, nel quale il testo dice “vincere Sanremo non è una priorità”, vera e propria dichiarazione di intenti; il secondo è “Whiskey”, addirittura una B-side di Mina, omaggio alla voce per eccellenza d’Italia. Il resto dei brani sono quasi tutti su uno stile reggae ipnotico, con belle alternanze tra la voce particolare dell’interprete ed uno strumento a fiato, quasi sempre una tromba, senza la classica struttura strofa/ritornello, alla quale l’artista preferisce una forma più fluida, che ben si adatta alla produzione di Prince Jaguar. Una citazione in particolare per “AbracadUbra”, un gioco di parole in cui si fondono perfettamente voce e arrangiamento, e l’ultimo brano “Last word is mine”, una sorta di filastrocca completamente acustica, con la voce in evidenza, degna conclusione di un disco interessante. (Francesco Arcudi)