MARILYN MANSON "Lest we forget - The best of Marilyn Manson"
(2004 )
L’espressione “lest we forget” (per timore di dimenticare) è l’epigrafe scritta sulle tombe dei soldati americani morti in guerra. E, in questo caso, nessuno può dimenticare il generale Manson e la sua crociata contro il buon costume, il suo ricordo continua ad alimentare i nostri incubi riempiendoli di provocazioni, oscenità, corpi storpiati e sacrilegi. Partendo dall’album 'Portrait Of An American' del 1994 in poi, la raccolta seleziona i suoi singoli più noti: da “The Dope Show” a “The Beautiful People”, da “Mobscene” a “Get Your Gunn”, più le tre cover prese dagli anni ’80: “Personal Jesus” dei Depeche Mode, ‘Tainted Love” dei Soft Cell, e “Sweet Dreams”, già comparsa nell’EP 'Smells Like Children'. Per le anime pure, non ancora contagiate dal male e del suo genio, il best è un’occasione per avvicinarsi. Per chi è già in confidenza con l’Anticristo si consiglia invece l’edizione deluxe con DVD che contiene, oltre alla collezione completa dei video, anche l’inedito “Saint” in cui, al culmine della sindrome depressiva che lo ha colpito, Marilyn Manson ha scelto di dar mostra del peggio di sé. Prodotto da Manson stesso e diretto da Asia Argento, il filmato è una sorta di reality (dope) show girato in una stanza d’albergo durante una due giorni di eccessi: Manson sniffa cocaina, si taglia il petto con una lametta, copula con due travestiti, si masturba e vomita nel cesso con Asia vestita da sposa che gli tiene la testa. Vietato in America, il video è impossibile da censurare: non ne rimarrebbe un fotogramma. (Ilaria Amato)