recensioni dischi
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ORFEO  "Arcadia"
   (2017 )

Orfeo, alias Federico Reale, milanese, classe 1986, si autoproduce con il suo secondo lavoro, “Arcadia”. Il giovane cantautore Rock, accompagnato da Giovanni Stimamiglio al piano, tastiere e chitarra, Luca Stingani alla batteria e Stefano Ardizzone al basso, racconta la sua rivoluzione interiore attraverso 9 tracce. Apre il disco “Io che non sono il sole”, alla ricerca di un “mondo migliore che non abbia limiti, che non abbia spazi… un mondo normale”. Ritmo incalzante e tastiera minimale esaltano una voce decisa e possente, alta ma non urlata. Questa ricerca deve passare attraverso “La Rivoluzione”: suoni più lineari dal sapore britpop segnano l’inizio di questo secondo brano, con un invito a riprendere in mano il proprio tempo. Una rivoluzione “anche senza parole”, portata avanti da gente comune, “eroi che non hanno paura di niente”, massima aspirazione di Orfeo in “Perché divento un eroe come voi”. Si tinge di malinconia e rassegnazione l’atmosfera in “Luce contro gli occhi”, lenta nel suo scorrere ma non per questo meno intensa delle precedenti. “Rinascere ad agosto” è invece un viaggio dalla periferia della città, passando da un paesino di campagna fino al mare. Si ritorna in un ambiente urbano in “Voglio stare in città”, brano di tre minuti in cui si ha una divisione ritmica in due parti: il primo minuto e mezzo vede la prevalenza di sonorità acustiche, con un richiamo ad una storia destinata a finire con la fine dell’estate, mentre la seconda parte lascia lo spazio al britpop. “Pelle” è la ricerca di un contatto fisico puro, fatto non solo di desiderio carnale fine a sé stesso ma di sintonia, di empatia, di unione di anime che si cercano (“accarezzami e cucimi un po’ il cuore e fallo lentamente”). Due minuti e mezzo bastano per diventare e liberare “La mia forma migliore”. “Voglio evitare il paradiso” chiude con un’atmosfera malinconica ed una punta polemica un disco che ha al suo centro la ricerca di un equilibrio interiore. “Voglio evitare di sapere che cos’hanno da dire… se ho creato dolore”, “E adesso tutti lo sanno cosa mi resta”. Evitare il paradiso per giungere ad “Arcadia”, luogo di armonia sia interiore sia esteriore, luogo di equilibrio in cui la propria persona può elevarsi conquistando la felicità. Lavoro coraggioso quello di Orfeo, che merita particolare attenzione e, anche se non innovativo stilisticamente, contiene pillole poetiche frutto di una riflessione personale dell’autore, utili per ognuno di noi. (Angelo Torre)