recensioni dischi
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CATHERINE GRAINDORGE & HUGO RACE  "Long distance operators"
   (2017 )

A distanza di cinque anni dal loro debutto, la violinista belga Catherine Graindorge ed il chitarrista australiano Hugo Race sono tornati a collaborare in studio. Il risultato del loro rinnovato sodalizio artistico è “Long Distance Operators”, un disco comunque diverso, per struttura, da quello che li aveva lanciati. Se prima, infatti, il ruolo principale spettava alla Graindorge, ora non si può fare a meno di assistere ad un dialogo più equilibrato nei tempi e negli spazi, e ad una più massiccia presenza dell’elettronica, come è evidente sin dal brano di apertura “Forever Lost”. Ma dall’inizio è anche chiara la volontà di rendere Hugo Race più protagonista: in “Brother Sister”, ad esempio, la musica dal gusto un po’ classico della Graindorge incontra la chitarra riverberata dell’australiano, creando un flusso sonoro elegante e suggestivo, con un’atmosfera dilatata. Il disco, comunque, funziona anche quando lo sguardo è rivolto a sonorità più nordiche, come quelle di “On Ice”, o alle contaminazioni world music ipnotiche ed a tinte fosche di “By Stealth”. “Blind Faith”, invece, presenta qualche influsso orientale, prima che “Stones From Heaven” culli verso un finale rarefatto e quasi impalpabile. “Long Distance Operators” è un disco capace di conciliare tempi e mondi distanti, grazie al talento dei due artisti ed alla tecnica compositiva migliorata rispetto a un lustro fa. Il prodotto finale è, inevitabilmente, un piccolo gioiello, seppure non per tutti. (Piergiuseppe Lippolis)