recensioni dischi
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MINERVA  "Entroterra"
   (2017 )

Da Bergamo arrivano all’esordio discografico, dopo una faticosa gavetta, i Minerva, che si autoproducono con un lavoro di pregevole fattura: “Entroterra”. Il quintetto Indie Rock sfugge alle classificazioni di genere e agli stereotipi, unendo variabilità ritmica e ricercatezza sonora tra tempi e controtempi con un’ottima sintonia di gruppo. Il risultato è un lavoro di grande impatto, per nulla banale stilisticamente o pesante all’ascolto, costituito da 12 tracce quali tappe di un viaggio i cui compagni sono la voce di Serena Caponera, il basso di Stefano Belotti, le chitarre di Davide Milesi e Lorenzo Fustinoni e la batteria di Davide Vigani. Racconti tra voglia di evadere in “America”, delusione e rabbia in “Amaro”, nostalgia in “Molecola”, riscoperta di radici sonore in “Entroterra” solo per citare alcuni titoli. Nel complesso si tratta di un album che scorre in maniera fluida, si presta all’ascolto senza stancare e con brani molto aperti alle improvvisazioni nelle esibizioni dal vivo. Per questo l’esordio dei Minerva non poteva essere migliore e ben venga la creatività con la sua ventata di originalità, in un panorama musicale che tende sempre a ripetersi e ad annoiare senza apportare nulla di nuovo. “Entroterra” è la dimostrazione che la buona musica esiste e che per trovarla bisogna scavare alla ricerca delle sue radici più profonde. (Angelo Torre)