recensioni dischi
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HURZ  "Hurz"
   (2017 )

Nicola Rossi, Sergio Oriente e Nicola Irace sono gli Hurz, trio romano che nel 2016 ha pubblicato un lavoro omonimo che comprende sette tracce dalle atmosfere dark ambient e cariche di rimandi al mondo dell’occulto. “Hurz” è un concept sull’uomo, sulle grandi domande dell’esistenza, sui conflitti interiori, è un album carico di immagini e di scenari fortemente evocativi, per il quale diventa più che mai importante il booklet, capace di diradare l’aura misteriosa che i brani portano in dote. Il disco si apre con gli undici minuti quasi totalmente strumentali di “Il Nodo” che ipnotizza con un’elettronica scurissima e poi passa attraverso il quarto d’ora scarso di “San Giorgio E Il Drago”, che propone un incedere da colonna sonora di film horror fino a raggiungere il suo momento di maggiore pathos nei cori sofferti sullo sfondo. I novanta secondi di “Illuminazioni Della Metropoli” praticamente fungono da anello di congiunzione con la seconda parte dell’opera su cui calano ufficialmente le tenebre: “L’Amoreux (L’Heure De La Chouette)” aggiunge elucubrazioni post rock e qualche elemento tribale al dark ambient che permea tutta l’opera, “La Scelta” evoca luoghi esotici e “Todestrieb (Vargtimmen)” resta immerso nelle stesse atmosfere, ma sono le percussioni a guadagnarsi il ruolo centrale. La conclusiva “1+1=3” è invece idealmente collocata all’interno di un cerimoniale ma il contorno resta sempre elettronico. “Hurz” è un disco evidentemente ispirato, realizzato bene e prodotto in maniera impeccabile, ma probabilmente faticherà a uscire dalla nicchia di ascoltatori del genere: per gli appassionati è, comunque, un lavoro imperdibile. (Piergiuseppe Lippolis)