recensioni dischi
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MONKEY RANCH  "Alone"
   (2017 )

"Alone" è il disco di debutto dei Monkey Ranch, formazione originaria dell’Appenino tosco-emiliano nata circa un lustro fa. Dopo aver mosso i primi passi nel mondo del punk rock, la band ha optato per una virata in direzione grunge, riproponendo il sound classico degli anni novanta di Seattle. A partire da “Butcher”, infatti, i Monkey Ranch catapultano l’ascoltatore in questo tipo di atmosfera e, nonostante non manchino variazioni sul tema, il cantato sofferto e le sonorità un po’ cupe ricordano quelle dei primissimi Pearl Jam, o degli Stone Temple Pilots, praticamente per tutta la durata del disco. I Monkey Ranch manifestano un’attitudine grunge anche nei testi, cantando tutto il disagio della società contemporanea con una evidente vena ironica. Quando la band sceglie di addentrarsi in piccole sperimentazioni, comunque, ottiene i risultati migliori: “Danny Boy” rappresenta in pieno questa capacità, con soluzioni che tendono al blues, ma si può dire altrettanto dell’avvio quasi country di “Renegade” o dei tre minuti fra folk e country di “Dance Of The Witch”. Ciò accade perché la band mostra capacità di elaborazione interessanti, senza restare troppo ancorata ad un solo genere. È altrettanto doveroso chiarire come il grunge più acido (quello dell’ottima “Picture Of You” o di “Remember Me”) funzioni davvero bene. I Monkey Wrench non fanno nulla che suoni realmente nuovo, ma portano nella penisola suoni del passato che non avevano mai davvero attecchito dalle nostre parti, dimostrando coraggio nell’aggiunta di un tocco personale e buonissime capacità tecniche. (Piergiuseppe Lippolis)