recensioni dischi
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FLOAT  "Float"
   (2017 )

Float è il nome del progetto solista di Alessio Bosco, eclettico artista oltre che critico musicale e cinematografico. Il suo nuovo disco, dal titolo omonimo, mostra la presenza di un’anima elettroacustica e l’incontro di diverse pulsioni in trentasei minuti di suoni liquidi, dove l’elettronica disegna trame che si situano al confine fra post rock e new wave, mentre la voce effettata immerge le sette tracce in un’atmosfera inquieta e in alcuni passaggi quasi cinematografica. Già in “A Lighthouse”, ovvero il pezzo che apre “Float”, la voce diventa parte integrante di un sound fatto di lenti loop ciclici e visioni oscure. Il flusso sonoro di “She Appeared As A Ghost” prosegue inarrestabile caricandosi di espressività grazie anche alla stratificazione di una serie di elementi elettronici che vanno a fare da sfondo, mentre le poche parole e il timbro profondo di Alessio Bosco si sposano con questo tipo di soluzioni. La minimale “Sons Of Saturn” precede “Sailor’s Promises”, capace di evocare scenari costieri già dal titolo, e la geometrica “As Full Of Spirit As The Month Of May”. Nel finale, invece, alla divagazione ambient di “The Bride” segue “A Lighthouse #2” che, come il titolo stesso suggerisce, richiama l’opener. Alessio Bosco ha confezionato un lavoro in cui è chiaramente visibile una notevole attenzione per i dettagli e per costruzioni che non siamo soliti ascoltare. Nonostante non sia un disco adatto a tutti o destinato al grande pubblico, non si può fare a meno di notare il gran lavoro svolto dall’artista nella ricerca dell’alta qualità. (Piergiuseppe Lippolis)