recensioni dischi
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DOROM DAZED  "Shameless"
   (2017 )

C’è qualcosa di sinistro, perverso e malvagio che si agita nelle quattro buie tracce di “Shameless”, ep di debutto dei Dorom Dazed, duo sardo formato dai chitarristi Tiziano Piu e Federico Diana con la collaborazione della sezione ritmica affidata al basso di Giovanni Serra ed alla batteria di Alessandro Castellano. La loro è una tetraggine malevola e rumorosa dal cuore di tenebra, figlia di molta oscurità e foriera di un alone di negatività incupita e sordida, declinazione personale del grunge che fu, rimpasto incattivito di un paio di decenni abbondanti di fosca violenza ed altero nichilismo. Soffocante “It’s not me” in avvio, aria sibillina aperta da un pianoforte sbilenco ed accompagnata da un feedback che deflagra in mitragliate nirvaniane scosse da urla belluine, a suo modo inebriante la conclusiva “It will never die”, capace di lievitare gradualmente in un climax parossistico tra i Ministry e certe insostenibili bordate in zona Reznor, ma soprattutto straordinari nella loro concisa efficacia i due minuti e ventiquattro secondi di “I promise”, non a caso scelta come singolo: da un riff arpeggiato scaturisce un pre-chorus che si allarga verso lidi gotici da Sisters Of Mercy, mentre il canto – fattosi furia luciferina - sale in un registro degno del Reverendo a dilaniarne l’armonia nascosta. Lavoro efficace nella sua insistita ricerca di una sorta di effetto grandguignolesco, “Shameless” offre spunti sufficienti a considerare i Dorom Dazed qualcosa di più di interessanti esordienti: da rivedere sulla lunga distanza, fra noise claustrofobico, nubi sulfuree e luci basse. (Manuel Maverna)