recensioni dischi
   torna all'elenco


V FIRE  "Out of the garage"
   (2017 )

Cercate il sano rock di una volta, senza fronzoli, con tanti bei riff, la chitarra che fa tanananana, la voce che ribatte spesso e volentieri sulle blue notes? I V Fire sono per voi. Sembra che il tempo si sia fermato per questa band; la costruzione delle canzoni sulla sempreverde scala pentatonica è ancora utilizzata come se nessuno l'avesse mai fatto prima, potremmo essere di nuovo nel 1972. Con la differenza che le incisioni sono realizzate con le possibilità odierne. La stessa band ci scrive che vuole ricreare quella sincera autenticità propria dei padri fondatori di questa musica, e ci riesce benissimo. Sono evidenti, ed evidenziate consapevolmente tutte, le influenze dei componenti: così, nell'intro di "Serendipity" l'intenzione della chitarra ricorda Jimi Hendrix in "Purple Haze", mentre la voce in "Hung on you", come il ritmo scelto e la struttura del brano con le pause a voce sola, sono un omaggio ai Deep Purple. Un lick di ''Away'' ammicca vistosamente a "Cocaine" di Clapton, in chiave maggiore. E così via. In realtà c'è ben poco da aggiungere all'ascolto del loro album di inediti "Out of the garage"; già la scelta di questo titolo fa intuire la loro volontà di uscire dal garage di casa per approdare nei pub e far scatenare il pubblico. Infatti una cosa che si pensa durante l'ascolto di questo album, è la classica domanda: "Chissà come sono dal vivo?". Chiaramente la dimensione dei V Fire è quella live, e l'album rappresenta un invito ad andarli ad ascoltare, o un ricordo da portarsi a casa dopo una divertente festa con loro (a proposito di festa, "Rock Party" presenta un inaspettato finale percussionistico che presenta triangolo e whistles...). Un album solo per irriducibili del rock! (Gilberto Ongaro)