recensioni dischi
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PLANET FUNK  "The illogical consequence"
   (2005 )

Qual è il segreto dei Planet Funk? Possibile che abbiano venduto 100.000 copie del loro precedente 'NonZero Sumness'? La curiosità si stempera durante l’ascolto di 'The Illogical Consequence', negli studi napoletani di Via Posillipo, dove se apri una finestra vedi il mare a una distanza di cinque metri. Il caos di una città così splendidamente vitale ed allegra viene riportato nella musica dei Planet. Il segreto deve essere questo: non era la voce di Dan Black prima e neppure quella (magnifica) di John Graham il marchio di fabbrica dei Planet, non ti rendi neppure conto dell’inglese al posto dell’italiano e neppure di cosa vogliono dire esattamente i testi. E’ la musica la chiave del linguaggio universale di 'The Illogical Consequence'; riuscire a comunicare a tutti attraverso le emozioni intense dell’arrangiamento dei brani, con la chitarra struggente e le tastiere che ti commuovono sino alla voce di Claudia Pandolfi (in versione Daft Punk) che, alla fine di “Unhuman Perfection”, ti lascia senza fiato. Il caos della tecnologia e la ricerca di una nuova ecologia sono al centro del disco: ogni singolo brano ti cattura e comunica il messaggio che dal letame nascono davvero i fiori, come cantava De Andrè. Il disco colpisce al cuore e fa centro. (Guido Biondi)