PSIKER "Maximo"
(2016 )
Inutile nascondere che coloro che hanno vissuto l’epoca dell’europop italico e non, nel decennio dagli anni ’80 in poi, rimpianga non poco quel periodo di grande fertilità compositiva, tanto efficace quanto criticato da sedicenti dotti esperti per l’(in)dubbia qualità. Sta di fatto che quel genere è rimasto vivo nelle memorie, in barba alla schiera dei detrattori. Invece, negli anni che arrivarono a ridosso del duemila, l’industria discografica decise di puntare su alcuni gruppi, considerati maturi per scalare la hit-parade ma che non ebbero propriamente i risultati sperati, nonostante stagioni felici e intense. Ebbene, Psiker (al secolo Massimo Curcio), con il suo quinto album, “Maximo”, ha compiuto un’eroica prodezza, nonché esaudito un suo vecchio pallino: ridare lustro sia al genere in questione sia alle voci che furono dei Zerozen, Madreblu, Soon e Soerba. Di primo acchito, simili operazioni fanno inevitabilmente arricciare il naso per l’aria nostalgica di cui sono intrisi. Ci può stare, ma se non ci si nasconde dietro un dito, va apprezzata l’onesta dichiarativa di come lo si propone, in quanto Psiker non cela i riferimenti all’amore per Pet Shop Boys e Depeche Mode, e li adatta (da esperto autodidatta) con zelo e senza eccessi per non dare sensazioni di stucchevole retromania. Le dieci tracce viaggiano, tendenzialmente, su rotaie tranquille di climi elettronici tipicamente eighties. La scelta del singolo “Un pence e mezzo” resuscita dalle ceneri di una ghost-track precedente (e qui ultimata per l’occasione) ma, nonostante abbia riscosso ottimi consensi, lascia qualche perplessità per il nonsense testuale e ritmico che non gli rende onore: ma va dato atto che è stato precursore di quello che è il tormentone che gira in rete questo periodo, “Pen pineapple Apple pen” di Piko-Taro. Gustosi i prestigiosi duetti con le voci delle band citate nei brani “Metropolitana”, “L’altro ieri” e la conclusiva “Attento”, in cui Francesca Gastaldi, Raffaella De Stefano e Odette Di Maio aggiungono un tocco di intimistico fascino risolutivo e condivisione pertinente. Mentre, per Luca Urbani, Psiker ha riservato la briosa “Contento” che, a braccetto con “Double Face”, configurano l’aspetto ludicamente arlecchinesco che fu di Alberto Camerini. In sintesi: passando per la… Suburbia, il “Paninaro” Psiker ha montato un’elegante… Gazebo arredato di synth-pop, con… Garbo e ironia, riservando i migliori… Camerini ai suoi illustri colleghi col “Maximo” rispetto. Capito l’antifona? (Max Casali)