KUADRA "Non avrai altro Dio all'infuori di te"
(2016 )
In prossimità dello spegnimento della candelina del decimo anno di attività, i vigevanesi Kuadra soffiano robustamente sulla torta con “Non avrai altro Dio all’infuori di te”,un ruvido concept-album sul senso d’impotenza, sullo smarrimento esistenziale, sull’auto-servilismo sociale, capace di far perdere qualsiasi forma di equilibrio vitale. Buio, cupo, a tratti diabolico, è un lavoro che punta decisamente al risveglio delle coscienze sopite, all’invito a divincolarsi dalle catene che ci bloccano con passiva e inconsapevole schiavitù, dove anche la più mansueta delle vittime oppresse può trasformarsi nel più efferato carnefice. Sono tutti concetti che la band sa esprimere al meglio, viaggiando in parallelo con un genere adeguato come l’alt-metal. Anche l’immagine di copertina non fa sconti: le braccia han perso i connotati umani sostituite da accette bestiali, pronte a tranciare l’albero che prende il posto dell’ormai inutile testa pensante. E’ palesemente una crociata contro i burattinai invisibili che minacciano globalmente la sfera salvifica, ed i Kuadra lo fanno capire attaccando a testa bassa con 10 teste d’ariete, musicate con inquietante claustrofobia. E’ un’arrembaggio che, da “La grande crocifissione” a “Mettersi in salvo”, non concede spiragli di salvezza, tra discese agli inferi e buchi neri, creando voragini nell’anima difficilmente sanabili. Chiaramente, è un disco per stomaci forti e spalle larghe, capaci di sostenere ricorrenti impalchi sonori tribali e demoniaci ma ben congegnati dai quattro “maledetti”. I vertici migliori si toccano con “La Larva” e “Con una pistola”, per l’ampia ambientazione stilistica condotta tra fermate e ripartenze che spiazzano senza tregua. Solo con una grande tecnica si poteva realizzare un lavoro simile, e la band, questa tecncica, l’ha maturata (oltre che in patria) anche con innumerevoli esperienze estere. “Non avrai altro Dio all’infuori di te“ evidenzia, forse, un eccessivo disfattismo ed un marcato pessimismo che non lascia intravedere il minimo ago di luce in fondo al tunnel, ma va inteso come uno slancio d’amore verso l’umanità in catalessi. E' bene ricordare che questo è l’Inferno dei Kuadra: lasciate ogni speranza, o voi ch’entrate… (Max Casali)