recensioni dischi
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PIPERS  "Alternaïf"
   (2016 )

I partenopei Pipers (Stefano & Stefano, ovvero Stefano Bruno e Stefano... De Stefano, quando insomma c'è già tutto un destino nel nome!) ritornano con il 3° album "Alternaïf". Due anni or sono il loro "Juliet Grove" non solo godette di una insospettabile sequela di grandi nomi ad affiancare i ragazzi nella realizzazione del disco (la produzione fu di Gavin Monaghan, già al lavoro con Editors e Scott Matthew), ma arrivò persino a guadagnarsi la vetrina sul sito del magazine inglese New Musical Express. E questo non avvenne certamente per caso: materia per interessarsi di loro, già all'epoca, ce n'era parecchia, prova ne fu il loro tour in Inghilterra svolto nientedimeno che a braccetto con gli Ocean Colour Scene, la band divenuta celebre per aver scalzato dal primo posto della classifica gli Oasis di ''(What's the Story) Morning Glory?'' con il loro album ''Marchin' Already''. I migliori argomenti di quell'epoca, in casa Pipers, ritornano, in parte mutati ma incredibilmente rafforzati, in questa nuova uscita, che mostra una band all'apice della propria crescita artistica. I forti stilemi brit-pop degli esordi vengono messi in secondo piano (rimanendo peraltro presenti), sovrastati stavolta da un'urgenza di cantautorato folk-pop che, più che alla terra d'Albione, guarda dritto in faccia agli States ed al relativo movimento comandato da dioscuri che rispondono al nome di Andrew Bird, Devendra Banhart e Decemberists. Gustatevi la deliziosa ''When you come'', la rotonda ''In my dreams'' (Badly Drawn Boy che porta a spasso i Fool's Garden), o il meraviglioso brano d'apertura ''Empty-handed'', e capirete di cosa stiamo parlando. Note che riconciliano con la vita, sogni soffusi che rendono le magagne quotidiane un po' più rosa. Pensandoci bene, non è mica poco. (Salvatore La Mazzonia)