recensioni dischi
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DEAD OR ALIVE  "Doors of perception"
   (1982 )

Riassunto delle puntate precedenti. Pete Burns muore nel 2016, stroncato da una serie di interventi di chirurgia estetica che ne hanno reso la faccia una borsa dell’acqua calda truccata. Commozione, Boy George che ne paga il funerale, e immediata ristampa (a dire il vero era prevista già prima delle esequie) di un box da 17 cd che ne racconta tutta la parabola canora. Tutta? No, perché se la discografia ufficiale dei Dead Or Alive inizia nel 1984 con “Sophisticated boom boom”, prima non è che il Nostro se ne fosse stato con le mani in mano, anzi. Prima nella band chiamata “Nightmare In Wax”, e poi con gli stessi Dead Or Alive blandamente modificati, aveva già inciso svariati provini, delle John Peel Sessions, e qualche singolo sparso. Nulla che sia mai stato pubblicato ufficialmente, se non tramite bootleg. E questo è “Doors of perception”, anche se dopo il decesso di Burns l’attenzione per le sue interpretazioni è aumentato e chissà se… Comunque sia, se vi ci avvicinate non troverete niente, ma niente, di quello che poi è stato il genere dei DOA, classificabile in maniera molto facile come dance-pop figlia di sintetizzatori. Qui siamo nel vero e proprio goth-rock, con atmosfere figlie di ben altro ambiente: nulla di allegro, nulla di ballabile, con la forte influenza di Wayne Hussey (futura icona dark-goth con i Mission) a spostare il sound su argomenti che, insomma, di “You spin me round” non hanno nulla, nemmeno un atomo di dna. Basti anche andare a riascoltare queste versioni di “Misty circles”, unico brano che poi, in altra veste, sarebbe entrata nei dischi ufficiali dei Vivi O Morti: nulla che faccia pensare a quello che sarebbe diventato. Imperdibile, se siete fans del personaggio Pete Burns. Assolutamente sconvolgente, se invece lo conoscevate solo per la benda sull’occhio (ma ce l’aveva anche qua) e le facili canzoncine successive. Provate per credere. (Enrico Faggiano)