recensioni dischi
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MOUNTAIN  "Evolve"
   (2016 )

Nati dall’idea del progetto solista di Philipp Otte, gli austriaci Mountain hanno da poco rilasciato il loro primo disco intitolato “Evolve”. Evocativa la copertina, con delle montagne sullo sfondo quasi a richiamare quegli scenari in cui vogliono immergere il loro post rock: da sottolineare anche l’iniziativa che porterà a utilizzare una parte della spesa per la stampa in progetti a tutela dell’ambiente. Musicalmente, invece, i ragazzi prendono come riferimento quei God Is An Astronaut con cui hanno anche condiviso il palco di recente e li fanno diventare la loro principale fonte d’ispirazione, ma tenendosi ben lontani dal rischio di diventarne una brutta copia. Perché le idee e la tecnica ci sono: i Mountain sanno spaziare fra pezzi sorretti da chitarre monumentali ed altri il cui scheletro è dato da linee di basso parecchio spesse, ma non mancano nemmeno costruzioni più complesse. Il comune denominatore è dato da una tensione costante che non conosce cali nel corso dell’opera e che spesso cresce nei finali: sono sette le tracce, mentre di solito i dischi post rock sono più lunghi. “Grammar And What You Make Of It” è l'episodio che sembra possedere qualcosina in più, ma il tono solenne ed il crescendo finale di “Verminest” non sono da meno. L’equilibrio è una componente fondamentale dell’opera, lontana dal perdersi in virtuosismi o in un sound troppo cervellotico: i Mountain fanno un post rock “semplice”, senza sfumature altre, ma lo fanno molto bene e questo basta. (Piergiuseppe Lippolis)