recensioni dischi
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MISS STEREOCHEMISTRY  "Harlequin EP"
   (2016 )

Karla Hajman è un’ex scienziata che ha scelto di abbandonare i suoi studi in Audiologia per occuparsi a tempo pieno di musica, e “Miss Stereochemistry” è un nome d’arte decisamente adatto per sintetizzare la vita dell’artista nata a Belgrado e giunta in Italia in tenera età a causa della guerra, sospesa fra musica e chimica. “Harlequin EP” è il suo nuovo disco, pensato come un viaggio in quattro tappe attraverso Barcellona, Istanbul, Belgrado e Berlino. Le tracce di “Harlequin EP” sono, come detto, fondamentalmente quattro, ma sono presenti anche diverse versioni e remix delle stesse. L’elettronica e lo swing costituiscono i binari principali su cui corrono i pezzi, ma le farciture di folk balcanico sono parecchio evidenti all’interno del disco. Altrettanto originali sono le storie che Karla ha scritto fino a rendere “Harlequin EP” praticamente un concept. L’artista si è lasciata ispirare da amicizie nate in viaggio, per caso, con due persone incontrate appunto lungo la strada, per modellare due dei tre personaggi di “Harlequin EP”. Una timida cantautrice tedesca, un artista di strada brasiliano con un debole per la musica ambient, e la regina del gypsy-cabaret dell’area balcanica popolano le storie di un disco che merita assolutamente di essere ascoltato, anche perché contiene un messaggio di pace e di fratellanza di cui oggi c’è assolutamente bisogno: si tratta di una breve ma intensa riflessione sul fatto che il termine “confine” debba trovare un’accezione altra rispetto a “limite”, fino a costituire un’occasione di incontro, di scambio e di crescita reciproca. Ma “Harlequin EP” è un bel lavoro anche sul piano musicale, grazie ad un sound singolare frutto di elementi tratti da generi diversi ma ben assortiti fra loro. (Piergiuseppe Lippolis)