recensioni dischi
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SELVA  "Elčo"
   (2016 )

Dopo il buon esordio con “Life Habitual”, i Selva sono tornati con “Elčo”, un disco che segna una virata neanche troppo leggera rispetto al sound sospeso fra black metal e screamo del passato. I Selva hanno racchiuso in quattro tracce trentatrč minuti di musica piů evocativa rispetto al debutto, non abbandonando in maniera totale o definitiva le colonne portanti dei suoni di “Life Habitual”, ma spostando l’attenzione verso un metal dai toni cupi ed oscuri, ora arricchito da sfumature post. In “Soire” resta la voce disperata, entrano in gioco atmosfere sinistre e una batteria tesissima viaggia su velocitŕ spaventose senza offrire tregue. Piů solenne il tono di “Alma”, realizzato con la partecipazione di Nicola Manzan (Bologna Violenta). Il riff č ridondante e il pezzo sporadicamente esplode grazie alle parti vocali. “Indaco” colpisce per il pathos, ma purtroppo č il momento in cui il disco si incarta su sé stesso, finendo per risultare un po’ troppo ripetitivo e meno “urgente” dell’esordio. “Nostalgia” chiude e lo fa confermando quanto i Selva siano dotati tecnicamente, ma anche come, probabilmente, il cambio di sound vada ancora metabolizzato ed elaborato in maniera piů completa. Le belle idee non mancano, e di certo questo non puň definirsi un disco cattivo, ma i Selva finiscono per essere un po’ schiavi delle novitŕ su cui “Elčo” si erge. Basta, comunque, un labor limae tanto leggero quanto preciso per permettere alla band il vero salto di qualitŕ. (Piergiuseppe Lippolis)