recensioni dischi
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ROXETTE  "Good karma"
   (2016 )

Ce li eravamo persi per strada, almeno noi in Italia, circa una quindicina di anni fa. Quando iniziarono a perdere il tocco per le classifiche che li avevano resi praticamente inevitabili per la prima parte degli anni ’90. E magari non abbiamo saputo che molti dei loro problemi sono stati figli di un incidente domestico della cantante, Marie, a cui poi è stato riscontrato pure un tumore al cervello. Ergo, tempi di lavorazione e di esistenza ben cambiati, con tour che sono stati cassati, a meno di cantare seduta su una sedia e facendo piano piano. Eppure i Roxette non hanno mai chiuso la porta definitivamente alla musica, e questo è il loro nuovo album. Che è un disco dei Roxette con tutti i crismi: buone melodie, miscuglio tra sonorità rock e dolcezza, incrocio delle voci di Marie e di Per. Allora, quale è il problema? Che manca, forse, quel qualcosa, quell’appiglio, quello che li rendeva facili al ritornello ed all’entrare nelle zucche degli ascoltatori un 25 anni fa. Sia chiaro: tutto è fatto con stile e con garbo, suonando Roxette dal primo all’ultimo secondo del disco. Però, lontani da quelle radio che ce li proponevano allo sfinimento, si fatica a trovare – almeno per i non adepti al culto – la via per provare un riascolto che non sia solo ed esclusivamente inerziale. Attenzione: lo si può ascoltare tranquillamente, ma con la lontana impressione che, se proprio vi piacciono o vi piacevano i Roxette, tornare a qualche loro raccoltone dia maggiori soddisfazioni. Comunque sia, meglio dire al mondo intero che esistono ancora: sono a scartamento ridotto, invecchiati, ma qualche zampata riescono ancora a darla, nel bene più che nel male. Pur senza graffiare più di tanto. (Enrico Faggiano)