recensioni dischi
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FABRIZIO TAVERNELLI  "Fantacoscienza"
   (2016 )

A due anni dall’ultima pubblicazione che portava la sua firma, il poliedrico Fabrizio Tavernelli è tornato con un disco di tredici tracce che raccoglie tutte le esperienze di un bagaglio molto ricco, che vede anche collaborazioni con AFA e Consorzio Suonatori Indipendenti. Il sound di “Fantacoscienza” è liquido, imperniato intorno a chitarre che disegnano atmosfere sospese, all’interno delle quali s’odono delle piccole deflagrazioni durante i ritornelli ed un fondo di elettronica che rappresenta la base ideale per i viaggi, i deliri e le visioni dell’artista, cantati ora con voce possente e ora con un tono più morbido e delicato, che in alcuni passaggi ci hanno fatto pensare al grande Ivan Graziani. La scrittura è ispirata ed elegante, ed è un altro dei punti di forza di un disco che non va praticamente mai in affanno. La bellezza di “Fantacoscienza” sta nella grande varietà dei pezzi, nonostante gli schemi non siano particolarmente elaborati: l’opera è tendenzialmente permeata da un mood melanconico che presenta pure momenti simil-sperimentali, come capita in “Mi Guardi Come Un Ufo”, mentre le note avvolte in spire di “Il Raggio della Morte” costituiscono uno dei passaggi probabilmente migliori di tutta l’opera. Non è un disco semplicissimo, questo, per il suo essere fuori dagli schemi del cantautorato tradizionale, ma contemporaneamente anche lontano dalla maniera più classica di synth-pop o indie rock. “Fantacoscienza” è una confessione, un lavoro personale che crea e innova, tutto con grandissima bravura ed efficacia. (Piergiuseppe Lippolis)