recensioni dischi
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MANUEL VOLPE & RHABDOMANTIC ORCHESTRA  "Albore"
   (2016 )

A tre anni di distanza dal buonissimo “Gloom Lies”, Manuel Volpe e la Rhabdomantic Orchestra sono tornati con un lavoro intitolato “Albore”. Il nuovo disco, che ha visto Manuel Volpe protagonista in fase di scrittura, arrangiamento e produzione, seppur coadiuvato da un gruppo di esperti del settore, rappresenta un lungo viaggio che vede l’alba sul Mediterraneo e il tramonto in Medio Oriente, dopo molte ore trascorse in Africa. Sono calde e avvolgenti le atmosfere generate dai suoni di Manuel Volpe e della Rhabdomantic Orchestra, sono evocative le percussioni il cui stile è quello tradizionale dei popoli yoruba. Difficile confinare le sonorità di “Albore” all’interno di un solo genere musicale, sebbene le coordinate siano quelle del jazz e della musica etnica. Il sound è pieno e dispensa inesauribili e sempre sorprendenti suggestioni, la voce profonda e seriosa di Volpe dialoga con gli strumenti della Rhabdomantic Orchestra e genera un fluire di suoni ed emozioni davvero unico. È difficile dover pronunciarsi in merito ai brani che siano in grado di spiccare, ma l’incedere incalzante di “Rhabdomancy” e le evoluzioni dal sapore orientaleggiante di “Maatkara” sono davvero ottimi, nonché emblematici per il disco, ma va pure sottolineato come il risultato sia elevato anche in pezzi più lineari come “Basrah”. “Albore” è un disco di livello, da ascoltare tutto d’un fiato e più di una volta, per carpirne tutte le sfaccettature e tutte le piccole cose che contribuiscono a renderlo grande. (Piergiuseppe Lippolis)