CAMILLA BATTAGLIA "Tomorrow - 2 more rows of tomorrows"
(2016 )
“Tomorrow - 2 more rows of tomorrows” è il nuovo lavoro discografico della cantante e compositrice Camilla Battaglia, prodotto da Gabriele Rampino per l’etichetta Dodicilune. Il disco contiene nove brani inediti interamente composti dalla Battaglia (la musica di “Shaping Smiles” è di Andrea Lombardini mentre il testo di “My Tree” ha un inciso del poeta statunitense Galway Kinnell) e la cover di “The Blower's Daughter” del cantautore irlandese Damien Rice. La cantante - che suona anche kaosspad, percussioni e piano - è affiancata da Roberto Cecchetto (chitarra), Andrea Lombardini (basso elettrico), Bernardo Guerra (batteria), Nicolò Ricci (sax tenore), Federico Pierantoni (trombone), David Binney (alto sax). Il progetto “Tomorrow” è caratterizzato da una scelta sonora che risponde contemporaneamente alla volontà di suonare “l’attuale” - lasciandosi influenzare dalle diverse contaminazioni che hanno investito il linguaggio jazz - e di non snaturare la matrice geografica di appartenenza che riporta direttamente ai suoni della corrente europea. Alcune delle composizioni sono nate come brani strumentali sui quali sono in seguito stati “disegnati” i testi per raccontare il percorso tracciato dalla musica. Altri brani, invece, sono nati come “songs” ovvero con l'intenzione primaria di raccontare una storia che solo dopo viene musicata. «La dimensione testuale è scaturita da un lavoro di ricerca e di sperimentazione delle diverse possibili forme con cui apporre testi alla musica», precisa la cantante. «Ho cominciato dalla forma poesia-immagine, influenzata da Norma Winstone, per passare attraverso l'autobiografico macroscopico tipico dei songwriter ma anche attraverso il messaggio parlato (come lo spoken talking dell'hip hop) coniugato all’ispirazione poetica di diversi autori come Galway Kinnell, che viene citato in un’intera sezione della traccia “My Tree”. L’esperienza dell'interplay che si crea attraverso la scelta di assi dialogiche tra gli strumenti è stata un’altra primaria ispirazione», prosegue. La formazione è essenzialmente un trio (voce, basso, batteria) ma è ampliata da sax, trombone, chitarra e dall’utilizzo dei suoni dell’elettronica. «Quando feci ascoltare i primi provini del progetto al musicista statunitense David Binney mi disse: “Vorrei immaginare questo album come un film in cui si possono fare cose che non possono essere reali”. Per questo nel disco ho deciso di alternare momenti di musica acustica e arrangiata tradizionalmente, pensata ovvero come musica da quintetto o sestetto senza strumento armonico, a momenti in cui abbiamo lavorato con overdubs in post-produzione e scelto suoni non esistenti in natura», precisa. Il suono della chitarra crea un unico impasto sonoro con il basso, pensato come orchestrazione perfetta nelle tracce più influenzate da un comune background rock e di songwriting. «La mia sensazione è stata che in questo modo la musica si potesse diramare in diverse direzioni e coprire un range sonoro che risponde sempre di più al nostro tempo», conclude.