recensioni dischi
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DUB ALL SENSE  "Bro"
   (2016 )

Il collettivo Dub All Sense è tornato con “Bro”, terza fatica discografica nata col presupposto di comunicare un messaggio di pace universale che nasca dall’abbattimento di qualsivoglia genere di frontiera. L’idea di fondo, come il titolo stesso evoca, è che gli uomini siano tutti fratelli: “Bro” è un titolo ermetico col quale la band desidera informare gli ascoltatori della volontà di portare ad una vera e propria rivoluzione culturale che passi attraverso la musica. Per raggiungere il loro scopo, i Dub All Sense si sono avvalsi di numerosissime collaborazioni di artisti provenienti da ogni parte del globo, quasi a voler dare ulteriore linfa allo spirito del disco. A partire dalla produzione di Neil Perch, pezzo di storia del dub, sino alle partecipazioni di Zulù dei 99 Posse, Fikir Amlak, Fleck, Speng Bond e Marina P (per citarne solo alcuni), la band non ha lasciato davvero nulla al caso, proponendo un sound che affonda le sue radici in un dub/reggae fresco, in cui sono rinvenibili i classici elementi mediterranei che caratterizzano il sound della band. “Bro” è un disco maturo, che riesce a spaziare in maniera incessante fra più generi, ma senza mai perdere di vista l’obiettivo dell’opera. La tensione sperimentale sfocia in parentesi EDM e in digressioni dubstep, in pezzi aciduli dal sapore trip hop e in spunti jungle fino a toccare i confini del rub-a-dub. L’universo dei Dub All Sense è caotico e multiforme, ma è in questo tipo di ambiente che si creano l’ordine e l’armonia che rendono l’ascolto gradevole: i Dub All Sense sono riusciti a mettere in musica le proprie utopiche speranze, cantando la vita, la speranza e la fratellanza. (Piergiuseppe Lippolis)