CAPVTO "Supernova"
(2016 )
Chi circa quattro anni or sono ascoltò "Migratory birds", esordio della tarantina Valeria Caputo (oggi divenuta Capvto), ben difficilmente ora si ritroverà in questo "Supernova". Non è cambiato solo il nome dell'interprete, sembrano davvero due artiste diverse, quella del 2012 e quella odierna, due mondi a tratti simili ma, per la maggior parte, totalmente difformi. E' quindi necessario andare alla fonte di questa palese diversità, di questo decisa e decisiva sterzata portata dal nuovo album. E si scopre così che questi nuovi brani, soprattutto queste nuove sonorità, nacquero proprio 4 anni fa, durante la realizzazione di "Migratory birds", quando questi frammenti sonori, elettronici e sperimentali (non a caso Valeria è diplomata al Conservatorio in musica elettronica), totalmente dicotomici rispetto a quelli del primo disco, emersero prepotentemente reclamando vita propria. Tutte le tracce di questo "Supernova" sono infatti basate su samples catturati dal precedente disco. Da qui il titolo, che si riferisce all'esplosione delle stelle i cui frammenti si assemblano creando nuovi corpi celesti: a questi suoni, a questi frammenti sonori è successa esattamente la stessa cosa. E non si può certo dire che il risultato sia stato penalizzante: "Living in a cloud" porta in sé una dolcezza infinita, "Blindfolded" è esattamente la canzone che Laurie Anderson cerca di scrivere da 35 anni (da quando insomma non riesce più a replicare "O superman"), la title track (7 minuti e mezzo sempre diversi da sé stessi) è un compendio delle infinite possibilità di questa ragazza, "Scrambled eggs" (con la chitarra elettrica della one woman band italiana Dagger Moth) dispone di un chorus irresistibile che richiama la miglior Sinead O'Connor. Tirando le somme, Capvto è riuscita a realizzare un disco sperimentale (perché di questo si tratta) che è però fruibile da tutti: impresa, questa, conseguita davvero da pochi. Tra i quali, da oggi, questa ragazza tarantina merita davvero di sedere. (Andrea Rossi)