recensioni dischi
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BABYSCREAMERS  "Voodoo songs"
   (2016 )

Esattamente 40 anni fa, presso il celebre The 100 Club di Londra, ebbe luogo la Due Giorni del "100 Club Punk Special" con Sex Pistols e The Clash. Nell'immaginario comune, quello fu l'inizio del movimento punk, o almeno fu la sua consacrazione iniziale, quando cioè, uscendo dalla nicchia in cui vivacchiava precedentemente, il movimento uscì allo scoperto conquistando non solo le prime pagine dei tabloid ma anche e soprattutto le vette delle classifiche. Fa quindi un po' specie come, appunto 40 anni dopo, sia un terzetto proveniente da Ancona, piuttosto che dalle rive del Tamigi, a ricordarci le atmosfere di quei giorni: perché è esattamente questo che fanno, in questa loro seconda prova (dopo l'omonimo esordio dello scorso anno), Roberto Quercetti (QUT), Nicola Paggi e Simone Sabini, ovvero ricordarci non tanto il punk in sé stesso, quanto come questo nacque e crebbe. Quindi non i Sex Pistols, ma piuttosto gli Stooges di Iggy Pop, o magari certe cose degli Who: quelle intuizioni musicali a cavallo tra gli anni '60 e '70 che certi tuttologi chiamano "protopunk". Così, nello loro semplicità, i Babyscreamers deliziano le nostre orecchie e, al tempo stesso, tengono una vera e propria lezione di storia, portandoci alla radice del movimento più rivoluzionario che la musica abbia mai vissuto. Con la conclusiva "Pretty thing" (in odore di Kinks) e "Bomb the hill" (con un inizio che rammenta addirittura Adam and the Ants) a rappresentare probabilmente gli episodi più centrati dei quattro, questi ragazzi producono un ep ben più impegnativo di quanto si potrebbe immaginare ad un primo disattento ascolto. Ora li attendiamo al varco, perché la prossima prova sarà, per loro, molto probabilmente quella decisiva. (Andrea Rossi)