recensioni dischi
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HUMAN PROGRESSION MACHINE  "Kosmos"
   (2016 )

Gli Human Progression Machine sono il violinista Laurence Cocchiara (This Harmony, Nobraino) ed il batterista Alessandro Graziani (Petramante, Amalia Grè), autori di un sodalizio artistico che li ha portati a produrre “Kosmos”, disco di debutto che sembra voler raccontare una cosmogonia in cinque brani dalla fortissima attitudine sperimentale e dal gusto raffinato, con un sound ricercato ed etereo. Gli Human Progression Machine riescono a confezionare cinque tracce camaleontiche, che cambiano continuamente la loro forma e le loro strutture, si evolvono e si allontanano dal proprio punto di partenza per poi tornarci alla fine. I cinque pezzi sono in continua tensione e portano in dote qualcosa di barocco, con il violino elettrico e la batteria a dominare la scena e la loop station a generare un ritmo che toglie il fiato come in “La Danse Du Feu”, cavalcata di nove minuti che porta dritti agli arcaismi di quello che forse è il miglior pezzo del lotto: “Fire Flowers”. “Philae” rassomiglia, nella sua prima parte, al brano d’apertura, per poi proporre un cambio d’atmosfera che conferisce al pezzo un respiro decisamente più solenne, mentre il tono più pacato di “Orion Nebula” indirizza verso una chiusura timida nell’intro e poetica nel finale. Laurence Cucchiara e Alessandro Graziani si erano proposti di far coesistere due mondi effettivamente lontani e lo hanno fatto nella maniera migliore: il disco stupisce, per tutta la sua durata per gli splendidi dialoghi sperimentali fra violino e batteria, due elementi potenzialmente stridenti e, invece, qui amalgamati in un unicum sonoro che funziona bene e regala ottime sensazioni. (Piergiuseppe Lippolis)