recensioni dischi
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PAUL WELLER  "As is now"
   (2005 )

“Avevo bisogno di uno stacco, di incidere un album di cover e ritrovare l’ispirazione. Quando è arrivata è stato in modo del tutto naturale, mi sono messo a scrivere ed è stato un vero e proprio flusso”. Paul Weller parla così del suo nuovo disco, e dice in gran parte la verità. A quarant’anni ormai suonati, l’ex leader di Jam e Style Council non ha perso il vizio di guardarsi intorno, di cercare tra le pieghe dei suoi pensieri, di scrivere musica per dare un senso alle sue molteplici identità. Questo 'As Is Now' non ci spiega esattamente quale sia l’ultima, ma almeno ci mostra un lato serio e maturo del suo autore, alle prese coi suoi soliti amori (la musica nera, il soul jazz, il rock degli anni Sessanta) ma capace di distillare ancora inaspettate vibrazioni. L’album è fatto di queste cose, di brani intensi e pianoforti (“Pan”), ritmi malinconici e visioni jazz (“From The Floorboards Up”), chitarre black e attitudini mod (“Blink”, “Paper Smile”). Quattordici canzoni in cui confluiscono Who e Oasis, Steve Winwood e Marvin Gaye, Beatles e Otis Redding, Stevie Wonder e Rolling Stones, da prendere e lasciar girare. Ma allora dove sta l’errore? Alla fine, in una scaletta troppo lunga e, a tratti, persino appiccicosa. Qualche minuto in meno, e sarebbe stato tutto molto più stimolante. (Massimiliano Leva)