BIT-TUNER "A bit of light"
(2016 )
Sino a qualche tempo fa sarebbe stato semplicemente impensabile, ma è un dato di fatto che, ora, la Svizzera stia divenendo uno dei territori musicalmente più effervescenti del Vecchio Continente. Quella che storicamente era la patria della ländlermusik e dello jodel ora esporta produzioni all’avanguardia in tutto il mondo; chi sino a qualche tempo fa si cimentava con il corno delle Alpi, lo schwyzerörgeli o il trümpi, ora viaggia a techno, bass music ed electronica. Chiamatelo specchio dei tempi, chiamatela globalizzazione delle 7 note, comunque sia la Svizzera è ora un paese con il quale fare seriamente i conti anche dal punto di vista musicale. Ecco quindi la neonata label –OUS, che fa il proprio ingresso nel panorama europeo proprio con questo “A Bit of Light” dell'artista e producer svizzero Bit-Tuner. Non si tratta di certo di un debuttante, questo va subito detto: il “ragazzo” giunge infatti con questo album al traguardo del proprio 11° disco in 12 anni, tra e.p., live album, compilation ed album “canonici”. Si coglie infatti subito, sin dalle prime note, il mestiere e la grande padronanza dei propri mezzi che può vantare Bit-Tuner, ed anche la realizzazione del “contorno” è di primissimo livello, a partire dalla stessa confezione del disco (cd singolo o doppio vinile), davvero accattivante, per finire con il lato visuale della proposta, vedasi l’ipnotico video del primo singolo estratto, l’ottima “Immune”, un concentrato di energia e di bit pulsanti che non può non affascinare. Così come non può lasciare indifferenti “The call”, episodio nel quale la bass music di Bit-Tuner si fonde a meraviglia con atmosfere orientaleggianti, ricordando a tratti il maestro Ryūichi Sakamoto, ed ancor più il nuovo singolo “Reality tunnel”, dal ritmo afro che si mescola ad un techno sottotraccia che crea un pastiche irresistibile. Un disco avvincente, in definitiva, che regala all’attenzione generale un artista (ed un movimento, quello svizzero) che certamente porteranno in futuro grandi sorprese. (Andrea Rossi)