recensioni dischi
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FASE39  "Elettroscopia"
   (2016 )

Da Torino, ecco gli esordienti Fase39, che arrivano al traguardo della registrazione del loro primo disco dopo poco più di un anno di vita. Non bastasse questa “velocità di base”, metteteci pure che l’album in questione è prodotto da Alessandro Sgreccia e da Federico Coderoni, vale a dire chitarrista e tastierista degli ottimi Velvet: se non è bruciare le tappe questo… Registrato (appunto) presso Cosecomuni, lo studio degli stessi Velvet, “Elettroscopia” è un disco maturo, quadrato, ben scritto e ben suonato, che crea sinceramente dei dubbi a riguardo del fatto che si tratti sul serio di un esordio: e invece è proprio così. Trattasi di un concept album, sul tema delle fasi della vita dall’adolescenza sino all’età adulta, ed ecco spiegato anche il nickname della band: la “Fase39”, per i 5 ragazzi, è quella della musica, dal momento che “39” era appunto il numero civico della prima sala prove della band. Nonostante l’assoluto padrone della proposta sembri il sintetizzatore anni ’80-’90 di Alessandro Guida, in realtà è la sezione ritmica del gruppo il vero motore inarrestabile dei 10 episodi del disco, e non si tratta di un caso: la batteria di Gianluca Esposito ed il basso di Mario Coppola si sono infatti formati come band di Eugenio Finardi, e la scuola rappresentata da questa esperienza non è stata evidentemente sciupata. Synth in primo piano, si diceva, quindi elettronica a go-go: ma con intelligenza, senza strafare, e ben inserita in un contesto che richiama nella maniera più giusta e lineare la miglior scrittura italiana. Tra i vari brani dell’album sono sicuramente degni di nota l’iniziale “Equilibrio dell’anima” (piano soft che introduce una base ritmata e trascinante per un testo intelligente ed in cui è facile riconoscersi), la title track “Elettroscopia” (i primi Depeche Mode a braccetto con Garbo e Bluvertigo) e, soprattutto, la delicata “La risposta che vorrai”, episodio che meriterebbe airplay importanti senza timore di sfigurare. Gran bell’esordio, insomma, quello dei Fase39. A presto, prestissimo per nuove cose. E, soprattutto, per capire se questi ragazzi sono davvero in grado di cambiare la musica italiana. (Salvatore La Mazzonia)