HUGOMORALES "Hugomorales"
(2016 )
Hugomorales (moniker scelto in onore di uno dei più celebri telecronisti sportivi) nasce dalle ceneri di Elio Petri, che a sua volta era una delle mille e mille facce del cantautore e music maker ternano Emiliano Angelelli, a "tempo perso" pure gestore del celebre circolo romano ARCI Klamm. Tanto per dare un'idea del personaggio, sappiate che, a tutt'oggi, non è nemmeno certo che Elio Petri non esista più, magari domani salterà fuori dalla spazzatura, vivo e pulsante come non mai. Così, ogni volta che Angelelli dà vita ad una sua creazione, la battezza con un nome preso a prestito da un altro dei suoi mondi paralleli: per Elio Petri era il cinema, per Hugomorales, come detto, il calcio. Capire il nuovo mondo di Emiliano Angelelli da queste 9 nuove canzoni, va subito detto, non vi sarà semplice: molto più esplicativo potrà essere, quando possibile, assistere ad una sua esibizione live. Perché le scelte sonore di quest'opera, che su disco sembrano solo abbozzate (pare in effetti di essere in presenza di puri provini e nient'altro), dal vivo prenderanno sicuramente forma in maniera diversa, più compiuta, una volta che lo spettatore sarà messo a parte di tutto l'immaginario vintage che sta alle base delle singolari scelte effettuate in quanto a sonorità: non solo analogici, gli strumenti utilizzati, ma anche curiosi ed estremamente caratteristici, come una tastiera Casio anni '80, un sinth Jen anni '70, o ancora un raro eco – riverbero a molla giapponese fine seventies. Di certo non il top dei suoni disponibili: ma, semplicemente, i suoni che Hugomorales voleva, unicamente i suoi, ben distanti (questo è certo) dai suoni omologati, tutti uguali che le odierne produzioni forniscono. Dovendo forzatamente scegliere qualche brano dell'album da segnalare, si può propendere per l'iniziale "Uomini nello spazio" (con echi beatlesiani sottopelle), o "Il comandante" (estratto che in futuro sarà anche accompagnato da un videoclip), o per l'intensa "Non morirò": ma un disco così anomalo e particolare non può essere giudicato, secondo chi scrive, da poche estrapolazioni, va per forza gustato nella sua interezza. Poi, potrà piacere o meno. Ma, se non altro, a quel punto si avrà un'idea completa da giudicare. E se lo si farà in maniera positiva, probabilmente si tratterà di un viaggio da cui non vorrete ritornare. (Andrea Rossi)