MARRANO "Marrano"
(2016 )
Lasciando da parte tutte le accezioni religiose (il vocabolo deriva dallo spagnolo "marrano", vale a dire «porco», a sua volta derivato dall’arabo "mahram", ovvero «cosa proibita», ed era il titolo ingiurioso con cui si etichettavano gli ebrei convertiti, spesso forzatamente, al cattolicesimo), il termine "marrano" da cui questo trio riminese ha acquisito il proprio nickname è quello, in uso soprattutto nei poemi epico-cavallereschi, che indicava chi non osservava le leggi della cavalleria e della cortesia. Col tempo è divenuto il modo di definire una persona zotica, villana, anche e soprattutto in tono scherzoso. E quindi, cos'avranno fatto mai questi 3 giovanissimi romagnoli (Andrea Fantini, Daniele Paglialonga e Nicola Abati), per autodefinirsi "Marrani"? Semplice: hanno preso le loro peggiori accezioni grunge-punk rock, le hanno messe su cd, per poi sputarle senza ritegno addosso agli ascoltatori. L'effetto? Ottimo, in verità. La scelta, apparentemente difficile e complicata, di mantenere rigidamente la lingua italiana, al servizio di testi diretti ed intelligenti, alla fine è vincente: anzi, verrebbe da dire che una buona metà dell'impatto (notevolissimo) di questi 4 brani sarebbe andato perduto, con l'uso (consueto, a queste latitudini musicali) della lingua albionica. Soprattutto il brano "Sei anni", mantenendo comunque intatto il tiro e l'"animalità" della proposta della band, mostrà però come il futuro potrebbe portare in dote virate insospettabili per questi ragazzi. Come, ad esempio, l'introduzione di qualche linea maggiormente melodica nel muro sonoro attuale. Senza far perdere originalità ed autenticità alla proposta, questo potrebbe rappresentare un notevole e decisivo passo in avanti per la maturità del progetto. (Andrea Rossi)