recensioni dischi
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CARACAS  "Caracas"
   (2016 )

Valerio Corzani, oltra all’attività di musicista, è ben conosciuto anche in qualità di critico musicale: collabora con “Il Manifesto”, “Alias”, “Rockstar”, “World Music Magazine”, e dirige il quindicinale “Freequency”, presentando contestualmente programmi radiofonici per Popolare Network e per Radio Rai di cui è anche autore e regista. Un giornalista – critico musicale, quindi, che tenta di fare il musicista? Tutt’altro, il curriculum da musicista di Corzani è egualmente impressionante: basterebbe dire che ha suonato per quattro anni nei celebri Mau Mau e poi con il gruppo Mazapegul, ha fondato i B-Movie ed ora dà vita ai Caracas insieme a Stefano Saletti. Il quale, a sua volta, vanta un curriculum impressionante: come compositore ha lavorato per il teatro, il cinema, la danza, la poesia, la televisione, collaborando, tra gli altri, con autentici numeri 1 come Giancarlo Giannini, Giorgio Albertazzi, Jean-Louis Trintignant, Massimo Popolizio, Omero Antonutti, Pamela Villoresi, Maddalena Crippa e Rossella Falk. Fondatore dei Novalia e della Piccola Banda Ikona (gruppo che riunisce musicisti della world music italiana come Mario Rivera, Barbara Eramo, Ramya, Gabriele Coen, Carlo Cossu, Leo Cesari e Desiré Infascelli), è anche il direttore di due diverse orchestre mediterranee: la 7 Sóis Orkestra e Les Voix du 7 Sóis, che riuniscono musicisti provenienti dai diversi paesi che si affacciano sul Mediterraneo (Spagna, Portogallo, Marocco, Israele, Croazia, Italia). Dall’unione di due personalità di questa portata, poteva forse venir fuori una proposta scialba o scontata? Ovviamente no. Ma, era ugualmente difficile ipotizzare un risultato di questa portata. Il disco in questione è, infatti, un’autentica rivelazione, 10 episodi illuminanti ed appassionanti (con “Inframundo” a rappresentare probabilmente la punta massima) che condurrebbero per mano chiunque: anche, e qui sta la grande scommessa vinta, chi magari non sa nemmeno chi siano Valerio Corzani e Stefano Saletti. L’ulteriore, grande sfida portata a casa con indiscutibile successo è quella di fare un album interamente strumentale nel quale, non solo non si senta minimamente la mancanza di una voce umana, ma in cui i 10 brani che lo compongono siano estremamente diversi e diversificati tra loro, escursioni sonore in mondi completamente differenti e, a volte, addirittura discordi tra loro. Un viaggio, quello di questa “Caracas”, che ci sentiamo di consigliare davvero a tutti, anche a chi solitamente frequenta tutt’altre sponde musicali. (Andrea Rossi)