recensioni dischi
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GIN GERANI  "Caona (Vocacledo)"
   (2015 )

E' uscito il 12 Dicembre 2015, edito da LA CLINICA DISCHI, l’Album d’esordio dell’eclettico cantautore bolognese Gin Gerani dal titolo “Caona (Vocacledo)”, una sinossi d’emotività, desiderio, speranza e romanticismo, d’amore per la donna e d’amore per l’amore stesso verso la figura femminile, affrontata con gli occhi di chi cerca di dipingerne le “Divine Forme” in un contesto di vera e propria ricerca antropologica e sociologica, a partire dal bisogno di contatto fisico ed animico, fino ad arrivare ad una riflessione intensa sulla solitudine ed il contrasto tra la sua accettazione e la speranza di vincerne gli aspetti più desolanti. Il titolo del concept album è una sigla che sta per “Come Avrei O Non Avrei VOluto Che Andasse Con LE Donne” e parla della storia di Giovanni, studente non molto brillante, che dopo aver lasciato la sua fidanzata (''Che cosa vali''), dopo aver passato un’avventura da Don Giovanni (''Dottor seduttore'', ''X+Y=Z'', ''Il ritorno di Giovanni''), si sveglia da questo sogno e decide di vivere per la musica (''Musita''), si chiede se sia meglio avere una relazione stabile o tornare ad avere tante relazioni (''Estetica ed etica''), sente dei cambiamenti dentro di sé (''Vento''), crede di diventare un direttore d’orchestra capace di accordare le anime non solo di tutti i musicisti ma anche di tutte le persone sulla stessa linea d’onda (''Musiverso''), per poi capire che il mondo ha troppe contraddizioni inconciliabili (''Salvador Dalì''), all’interno delle quali è necessario porre una riflessione (''Karma''). Il brano “Karma” - secondo singolo estratto dall’album - è in tutto e per tutto una disamina sull’esistenza ed i suoi paradossi, affrontata attraverso gli strumenti della teatralità, del surreale e dell’assurdo. Tutto ciò ci conduce inevitabilmente a riflettere sulla sottile linea di congiunzione (o separazione, se lo si preferisce) tra Realtà ed Assurdità; un limite la cui percezione è evidentemente relativa e la cui sostanza è in definitiva instabile, sebbene questa società cerchi costantemente di ribadire il concetto distintivo tra Razionalità ed Irrazionalità. “Karma” è un brano che pone avanti una riflessione sulle contraddizioni dell'esistenza. In linea con la trama del concept album il protagonista, dopo aver sguazzato nell'assurdo surrealismo della contraddizione si ferma a meditare su tutto questo e conclude che il confine tra la realtà e l'assurdità è estremamente ambiguo. Il riferimento alle parole di un altro grande Artista del recente passato è lampante; il grande James Joyce infatti affermava: “La Fantasia mette radici dove la realtà vuol morire”. Nel videoclip del singolo le citazioni si sbizzarriscono: dal mito della caverna di Platone ai tagli su tela di Fontana.Nella fattispecie si vedono delle ombre che sembrano, a prima vista, rappresentare delle persone che agiscono, tuttavia, alla fine del video, il protagonista squarcia la tela per mostrare al pubblico che dietro all’apparenza del velo di Maia non c’è nient’altro che dei manichini disposti nelle quinte di un teatro. Come scrive Cuck Palahniuk, “La realtà non ha niente da invidiare alla fantasia”. Ed ecco come viene riportato in auge un argomento più volte affrontato nel corso della storia artistica contemporanea: il limite labile tra realtà ed assurdità trova infatti rispondenza nelle opere dell’artista surrealista del ‘900 Salvador Dalì, il cui nome suggerisce il titolo al primo singolo di Gin Gerani. Il brano “Salvador Dalì”, già rilasciato dall’artista bolognese nel 2014, è un brano “Latin Rock, Progressive Pop, demenziale e surrealista” ed è il primo singolo estratto. La traccia è caratterizzata da una evidente tendenza all’apparente “non sense” che richiama espressamente il concetto di “Stream of Consciousness” teorizzato da James Joyce, perfettamente attinente alle opere di Dalì, artista surrealista caratterizzato dalla capacità di rappresentare in maniera vivida e realistica dei concetti che non esistono o meglio che possono esistere soltanto nella nostra mente. Esattamente come nel suo celebre dipinto “ Il Grande Masturbatore”, a sua volta, il cantautore bolognese rappresenta nel brano “Salvador Dalì” l’apparente Caos del pensiero umano, riprendendo più o meno direttamente il concetto di entropia espresso dal Premio Nobel portoghese José Saramago “Il caos è solo ordine che attende di essere decifrato”.