LIA FAIL "Cynical stones"
(2015 )
Hanno scelto un nome suggestivo gli otto bolognesi coinvolti nel progetto Lia Fàil, che ha da poco dato alle stampe “Cynical Stones”. Lia Fàil significa “pietra del destino”, monolite posto sulla Collina di Tara, nel County Meath, in Irlanda: lì si incoronavano i cosiddetti “Alti Re”. Altrettanto suggestiva è la proposta musicale della band, che spazia dal baroque pop al rock progressivo, nonostante le strutture ricordino un folk moderno, tutto immerso in atmosfere oscure ed introspettive, che non prevede l’ausilio di alcun dispositivo elettronico. Il tutto è arricchito dalle voci di Sabella Spiga ed Andrea Carboni, entrambe perfettamente funzionali al contesto: la prima elegantemente dolce, la seconda seriosa, quasi funerea. Tutto ciò porta al conferimento di un senso d’epicità ad un sound poetico e romantico, un neofolk il cui minimalismo mette in luce ottime linee di basso e sporadici inserti di tastiere e archi. Buona partenza con “Restless Eyes”, altrettanto buona chiusura con “A Soldier…”. In mezzo c’è spazio per la marcia di “Leipzig”, la delicatezza di “A New Dimension” e gli ottimi violini di “Battlefield” e di “Just a Breath”, i pezzi più rappresentativi d’un disco che, comunque, non corre mai il rischio di generare bruschi cali d’attenzione. La proposta è originale, il comparto tecnico non ammette sbavature, il songwriting è curato e tendenzialmente incentrato sull’attualissimo tema dell’antimilitarismo. Probabilmente è la fruibilità a non essere elevatissima, a causa del fatto che i Lia Fàil si muovono all’interno di un genere ancora di nicchia. Nonostante qualcosa possa ancora essere migliorato, “Cynical Stones” è un esordio coi fiocchi, il cui sentimentalismo rapisce l’ascoltatore, portato in alto a guardare con sdegno scenari di guerra e coinvolto a cantarne il dramma. (Piergiuseppe Lippolis)