RED MORRIS "Lady Rose"
(2015 )
Il primo lavoro di Maurizio “Red Morris” Parisi s’intitola “Lady Rose”. Si tratta di otto tracce interamente strumentali in cui il chitarrista bresciano è stato affiancato da Claudio Amadori alla batteria, Beppe Premi alle tastiere e Renato Mombelli al basso. Il disco propone una mezz’ora abbondante di rock purissimo, in moto sul confine che separa il prog dall’hard, con fortissimi richiami ai gruppi storici degli anni settanta e ottanta. Red Morris si è preoccupato anche di garantire una certa fruibilità all’opera: il minutaggio non è eccessivo, i virtuosismi sono presenti ma senza eccessi, la varietà necessaria c’è, i ritmi sono cangianti, imprevedibili e stupiscono man mano che si procede con l’ascolto. Perché, se il comune denominatore è il prog (“Black’s Eyes”), non mancano pezzi più puramente hard (“Mystery” suona molto Deep Purple) ed altre divagazioni come in “Celtica”, dove le atmosfere assumono una coloritura più folk com’è prevedibile dal titolo, o “My Life Blues (Go Go)”, con cui Parisi e compagni trascinano l’ascoltatore negli anni settanta proponendo un blues rock puro e di pregevole fattura. “Lady Rose” è un gran disco: possiede tutti gli elementi che un album strumentale dovrebbe garantire per poter essere apprezzato a dovere, ecco perché sembra adatto agli appassionati di questo genere di lavoro ma anche a chi, solitamente, preferisce lavori più canonici. “Lady Rose” è un esordio in grande stile, in attesa di piacevoli conferme. (Piergiuseppe Lippolis)