recensioni dischi
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LA BELLE EPOQUE  "Il mare di Dirac"
   (2015 )

“Il Mare Di Dirac” è il primo lavoro della band bergamasca La Belle Epoque, la cui uscita è stata anticipata dal primo singolo “Cracovia”. Si tratta di un disco ricco di immagini, di testi in italiano abbastanza curati che trattano di quotidianità, di emozioni, piccoli eventi che cambiano le nostre esistenze, di scelte difficili e di occasioni perdute. Il sound proposto è un indie pop che non disdegna guizzi più rock, ma lo fa in maniera un po' piatta, peccando in termini di originalità e varietà. In tal senso, sono l’opener “Icaro” e “Cracovia” ad avere quel qualcosa in più: lampi di chitarra e parti più rockeggianti risultano funzionali al contesto ed arricchiscono un sound che, in altri episodi, scorre in effetti senza offrire spunti che possano stampare il pezzo nella mente. La stessa titletrack, dopo un’intro promettente, contiene una lunga parte che rassomiglia a troppi altri brani del disco, prima di un finale nuovamente su buoni livelli. Va meglio sul piano della scrittura: va sottolineata la ricercatezza del titolo, omaggio al fisico inglese Paul Dirac, autore di un modello teorico del vuoto descritto come mare di particelle d’energia negativa. La Belle Epoque confeziona un disco comunque positivo, i cui limiti risiedono in una non ancora forte personalità e nella ridondanza, che, però, è anche lontano dall’essere di scarsa qualità: l’impressione è che il prodotto sia, soltanto, un po’ acerbo. (Piergiuseppe Lippolis)