recensioni dischi
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LEVIA GRAVA  "Nel tempo che avanza"
   (2015 )

La prima definizione che salta alla mente a proposito di "Nel tempo che avanza", seconda prova dei salernitani Levia Grava, è "eleganza". Elegante, prima ancora di far partire l'ascolto dell'album, è già la confezione del cd, in sferico cofanetto rigido che ricorda l'interno di un orologio, con gli strumentisti del quintetto campano incastonati tra le lancette del meccanismo. Elegante è poi, ovviamente, la proposta musicale, lieve ed eterea ma contemporaneamente quadrata e precisa come (appunto) un orologio. Già l'iniziale "La prossima luna" non può che rapire l'ascoltatore: leggerezza e spontaneità rendono questo brano un piccolo gioiello, sul quale si incastona alla perfezione la tromba dell'ospite d'eccezione Gianfranco Campagnoli. "La mia terapia" è un altro brano di grande caratura, nel quale la voce di Alfonso De Chiara, in punta di piedi, senza strafare, ci conduce per mano sulle delicate ali di una classica "canzone all'italiana", nel senso più positivo e "cantautorale" del termine; e così sono anche le susseguenti "Lo sposo ballerino", "Buco nell'acqua", "A casa di Adele", piccoli-grandi smeraldi a comporre un mosaico inestimabile. Si nota da subito come i testi di tutto il disco siano parte integrante e fondamentale della proposta della band, precisi, mai urlati, offerti all'ascoltatore come un prezioso dono. Se quindi il "Levia Grava" di Carducci portò polemiche a non finire (soprattutto per la discussa poesia anticlericale che rese allo scrittore la fama di poeta di Satana), questi Levia Grava non possono sollevare alcuna polemica, tale e tanta è la classe estrinsecata in questi 10 brani variegati e rotondi. Che riconciliano con la vita, prima ancora che con la musica italiana. Che quando produce gemme come questa, non deve davvero temere il confronto con niente e nessuno. (Andrea Rossi)