LUCINA LANZARA "Lucina canta e racconta De Andrè"
(2015 )
Che Fabrizio De Andrè sia stato uno dei più grandi cantautori della storia italiana – e non solo, verrebbe da dire – e che sia stato probabilmente il maggiore poeta della seconda metà del secolo scorso, è ormai appurato da tutti. Che il suo ricordo non debba mai sbiadirsi è una specie di obbligo morale delle generazioni che lo hanno succeduto. È questo a cui deve aver pensato anche Lucina Lanzara, cantautrice che ha elaborato un progetto musicale-teatrale per rendere omaggio al grande artista genovese. Il disco è stato registrato durante l’esibizione del 17 Marzo al Teatro Golden di Palermo, quando, in compagnia di Massimo Sigillò Massara, voce e chitarra (il leader dei SeiOttavi), Benedetto Basile, flauti traversi e loop station (flautista jazz, compositore, direttore d'orchestra estemporanea), Massimo Patti, contrabbassista (tra l'altro per 8 anni in tour con la Nica Banca di Tosca), Michele Piccione, etnomusicologo e polistrumentista etnico, e la partecipazione speciale di Giovanni Mattaliano, clarinettista pluripremiato (solista per Sting al concerto di Palermo 2012), fra musica e letture sono stati riproposti dodici dei pezzi più celebri di Faber. Da “Bocca di Rosa” (recitato, poi cantato) a “Khorakhanè”. Curatissimo è l’aspetto musicale, che riproduce, in maniera spesso piuttosto fedele, quei pezzi che hanno fatto di De Andrè un pilastro del mondo del cantautorato e della poesia. La gran voce di Lucina Lanzara non si presta, in effetti, con la stessa efficacia alla rivisitazione di tutti i pezzi proposti: c’è differenza, ad esempio, fra la resa di “La Guerra di Piero” e “Bocca di Rosa” a quella di “Khorakhané” o “Un Giudice”. Lei canta bene sempre, ma si tratta di un timbro diametralmente opposto rispetto a quello dell’autore, e magari l’ascolto può risultare un attimino meno liscio. Rimane una buona prestazione del collettivo impegnato nel progetto e, soprattutto, l’ottima idea di rendere omaggio ad un artista eterno. (Piergiuseppe Lippolis)