recensioni dischi
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IMMANUEL CASTO  "The pink album"
   (2015 )

L’album della maturità, dice lui. E in effetti ci può anche stare, perchè se vi avvicinate a questo lavoro con l’idea di trovarvi di fronte al Casto Divo di qualche tempo fa, ecco, non sarete soddifatti (in tutti i sensi): le finezze di sesso esplicito sono state ridotte e non poco, quindi le “Tropicanal” e le “Anal beat”, in percentuale, sono calate eccome. Invece, si lavora molto su altre cose, come le considerazioni su determinate condizioni e stati d’animo, e l’osservazione di determinati ambiti della società. Il detrattore potrebbe tranquillamente lamentare l’idea di un Immanuel che, aumentata la base di gente che lo conosce, si sia “venduto”. Perché, obiettivamente, qui ci sono canzoni che potrebbero avere un airplay senza rischio di vedere una commissione ecclesiastica in casa: una “Rosico”, ad esempio, non avrebbe sfigurato – se sia un bene o un male ditelo voi – in un album dei primi 883. E la cover di “Sabrina” degli Einsturzende Neubauten (!!), qui trasformata con traduzione alquanto fedele in “Rosso oro e nero”, ecco, non sembra figlia di chi decantava le gioie del fist fucking. Però, più che pensare ad un Casto venduto e pronto ad X-Factor, se ne deduce un’altra spiegazione. Ovvero, ottenuta visibilità, il Nostro ha ben pensato di farsi portavoce non solo dei piaceri del talamo, quanto piuttosto di significati ed emozioni che non sempre, nell’italico bigottismo, hanno diritto di cittadinanza. “Da grande sarai frocio”, ad esempio, spiega come non dovrebbero essere i gusti sessuali a bollare una persona come buona o cattiva, e in altre occasioni musicali, appunto, si preferisce focalizzare sull’animo e non, eufemisticamente, sulle pratiche sessuali della gente. Poi chiaro, così si va a perdere un po’ della goliardia dei vecchi tempi (permanente, ad esempio, in “Deepthroat revolution”), ma si cerca di essere anche ascoltato, da chi vuole, cosa che prima forse non era una priorità. Vi ho fatto divertire – pare comunicare il Casto – e ora vi faccio anche ragionare sul fatto che chi avrebbe indossato, in tempi antichi, il fiocco rosa, non è un marziano o roba da internare. Il livello cambia, nel bene e nel male, lasciando però sempre i soliti arrangiamenti figli dell’elettronica dei tardi ’80 o primi ’90. A voi la scelta. (Enrico Faggiano)