recensioni dischi
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LIQUID DESIRE  "Liquid Desire"
   (2015 )

I Liquid Desire sono tornati con un disco omonimo che nasce dall’idea di far vivere agli ascoltatori un’esperienza che includa più forme d’arte contemporaneamente, secondo una tendenza che sempre più sta prendendo piede negli ultimi anni, specialmente nel mondo dai confini frastagliati della sperimentazione musicale. Un anno fa, infatti, di questi tempi, Gabriele Bombardini e Matteo Scaioli suonavano in un bosco e producevano uno spettacolo ricco di suggestioni con l’aiuto di luci e visual: un successo così grande che le richieste d’incidere quella musica così sperimentale e così ambient non tardarono ad arrivare. La tensione verso la sperimentazione ha portato i Liquid Desire a lavorare ad un disco in cui convivono pedal steel guitar e chitarre elettriche, percussioni indiane e molti strumenti elettronici, sia modulari sia analogici. La grandezza di questo lavoro è anche nella commistione di un numero impressionante di generi, sempre, comunque, in nome di una ricerca estrema. Anziché seguire una strada, Bombardini e Scaioli ne creano di nuove: lo fanno creando un sound intriso di free jazz, di psichedelia e di sporadici echi psytrance con frequenti inserti rock e pop rock. “Liquid Desire”, esattamente come il live su cui è basato, è una produzione dal forte impatto emozionale e dalla spiccata ricercatezza musicale ed artistica. Il proposito di creare un qualcosa di “metamusicale” ha comportato delle scelte anche difficili, che comunque hanno pagato tanto. Grande ritorno per i Liquid Desire. (Piergiuseppe Lippolis)