recensioni dischi
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JOHN STRADA  "Meticcio"
   (2015 )

Un anno fa veniva pubblicato “Meticcio”, ultimo lavoro di John Strada, in continuità con lo stile che il rocker emiliano ha sviluppato nel corso di questi anni, con un sound che accoglie il rock made in Italy e quello tradizionale a stelle e strisce. Il disco però s’arricchisce di sfumature e influenze molto diverse fra loro: l’apertura è all’insegna di una batteria martellante, riff di chitarra e linee di basso che evocano atmosfere country. “Magico” è infatti un pezzo da ascoltare in auto, in una stretta strada di campagna con il gomito fuori dal finestrino. Sembra di rimanere in tema col pezzo successivo, ma non è esattamente così: “Chi Guiderà” è un pezzo più potente rispetto al precedente, un po’ in stile Bruce Springsteen. “Meticcio” è un disco nel quale convivono diverse anime, basti pensare al testo curatissimo di “Hai Ucciso Tutti I Miei Eroi”, a ballate come “Rido” e la conclusiva “È Natale in Maghreb”, o “Rocco e Fanny”, pezzo dal levare quasi funky. Alla grande varietà che “Meticcio” offre, va aggiunto anche un cantato graffiato e possente che, però, trasuda anche classe ed eleganza: non stanca e non risulta mai fuori dal contesto, neanche sulle ballate più delicate che, magari, sembrerebbero richiedere un altro timbro. John Strada non trascura il songwriting, i testi sono sempre piacevoli, anche se alcuni sembrano meno ispirati di altri. Globalmente, “Meticcio” è un album coraggioso ma positivo. John Strada ha vinto la sua sfida, inserendo in maniera efficace elementi anche non vicinissimi alle basi rock di questo disco. (Piergiuseppe Lippolis)