recensioni dischi
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GIORGIO ROVATI  "It's time"
   (2015 )

Con la collaborazione di due musicisti di grande livello, Giorgio Rovati è tornato in studio, dopo l’esperienza del 2008, per realizzare un nuovo lavoro, in linea con il suo background artistico. “It’s Time” è un disco di otto tracce, in cui, nonostante un’impostazione hard’n’heavy, sono rinvenibili elementi progressive. Solitamente, in dischi del genere, l’unico limite potenziale è la fruibilità sulla lunga distanza, in virtù di un lato meramente tecnico che è quasi sempre su livelli altissimi. Giorgio Rovati, evidentemente, deve aver pensato anche a questo, regalando un disco curato nei minimi particolari. “It’s Time” non presenta ripetizioni, e gli incantevoli assoli non sono mai esagerati o troppo frequenti, in modo da evitare virtuosismi che, dopo alcune decine di minuti, potrebbero risultare eccessivi. La forma canzone e la pulizia del suono sono due elementi che contribuiscono a mantenere un perfetto senso d’equilibrio globale, più che mai necessario. La stessa durata medio-breve rende sicuramente molto godibile l’esperienza, apprezzabile anche da chi non è un amante del genere, offrendo la possibilità di confrontarsi con un disco strumentale modello, preciso ed efficace sotto tutti i punti di vista. In mezzo a pezzi tiratissimi e vicinissimi al metal, ce ne sono due leggermente più lenti e introspettivi, come “Peaceful Place” e “The Garden of Love”. Più classici sono invece “Trust Yourself” e “Hopes and Fears”, primi due pezzi in cui è ravvisabile subito una grande armonia, e “Seven”, quello più “virtuosistico” del lotto, una piccola gemma. “It’s Time” è un disco di pregevole fattura, che si lascia apprezzare facilmente, e che può davvero avvicinare al rock strumentale (o comunque, più in generale, a sonorità più forti) chi non è amante del genere. È tutto ciò che un disco strumentale dovrebbe essere. (Piergiuseppe Lippolis)