recensioni dischi
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SHABDA  "Pharmakon/Pharmakos"
   (2015 )

''Pharmakon/Pharmakos'' è il terzo album di Shabda, un anno dopo l'acclamato viaggio psichico di ''Tummo''. Gli eremiti volontari stanziati nella campagna rurale del Canavese, Piemonte, compiono con questo lavoro un rito di fondazione, emanando la loro coltre di denso suono drone a lambire mitologie musicali lontane eppure compatibili. Le due suite che compongono l'album plasmano lo spazio, il tempo e la ripetizione in un edificio sonoro che spinge Occidente e Oriente a confrontarsi nel campo del suono puro: non è doom, non è folk, non è drone in senso stretto, eppure il filo d'oro pesante che struttura l'omogeneità delle composizioni disegna un'identità monolitica, saturnia e contemporaneamente solare. Stilisticamente, ''Pharmakon'' si basa sul Raga Kafi, declinandolo in sfumature Medio Orientali prima di infrangersi sulla deriva ossessivamente guitar oriented del suo climax. ''Pharmakos'' libera la sua essenzialità strutturale sulle celle vocali e ritmiche del suono mantrico tibetano, sfruttando la tensione verso il vuoto: poi rimangono i lineamenti scarnificati di un metal sovraccarico a indagare la pre-esistenza, la vita, la morte e la continuità. ''Pharmakon/Pharmakos'' parla di alchimia senza usare parole, attraverso l'evocazione di immagini di puro suono, muovendosi verticalmente sull'axis mundi. Come Giano Bifronte, con un volto ad Ovest ed uno a Est. Shabda inoltre, in collaborazione con Argonauta Records, sosterrà attivamente le popolazioni duramente colpite dal terremoto donando il 10% per ciascuna copia venduta del nuovo ''Pharmakon/Pharmakos'' ai bambini nepalesi attraverso Save the Children. Se amate le sonorità di Windhand, Mamiffer, Bong, Terry Riley e Popol Vuh, non perdetevi “Pharmakon/Pharmakos”, fuori il 7 Settembre 2015 su Argonauta Records.