recensioni dischi
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TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI  "Quando eravamo swing"
   (2015 )

Basterebbe dire che arrivano da Pordenone e suonano mascherati per far capire che si parla dei Tre Allegri Ragazzi Morti, una delle più importanti band italiane degli ultimi vent’anni, autentico punto di riferimento per tutta la scena indie grazie anche al grande lavoro che, da sempre, Davide Toffolo e compagni svolgono in maniera certosina anche per scoprire nuove realtà. Dopo oltre un decennio fra rock alternativo e punk, i Tre Allegri Ragazzi Morti si lanciarono per la prima volta nel mondo del reggae/dub, con ottimi risultati, con “Primitivi del Futuro” e “Primitivi del Dub”, pubblicati nel 2010. A questi due dischi ha fatto seguito “Nel Giardino dei Fantasmi”, in cui il reggae conviveva con un folk e rock dal sapore indie comunque diverso da quello delle origini. La loro tendenza a sperimentare, a maturità già pienamente raggiunta, ha raggiunto un ulteriore livello grazie alla collaborazione con l’Abbey Town Jazz Orchestra, un gruppo di venti giovani promesse della musica jazz e swing. “Quando Eravamo Swing” è stato registrato dal vivo durante un concerto al Teatro Arrigoni di San Vito Al Tagliamento: incuriosisce il modo con il quale Toffolo, Molteni e Massironi sono riusciti a far convivere due modi diametralmente opposti di fare musica, ma sin dalle prime note ci si rende conto di quanto, per l’ennesima volta nella loro carriera, l’abbiano fatto bene, con la concreta possibilità di far avvicinare qualche appassionato di rock anche agli universi jazz e swing. I titoli dei pezzi storici dei TARM sono stati quasi sempre ripensati per darne una connotazione più jazz: “Il Mondo Prima di Elvis”, “Signorina Rock Time”, “Un Inverno Swing a Pordenone”. In molti casi, l’ampio margine d’azione lasciato all’orchestra ha contribuito a modificare l’impianto globale dei pezzi producendo risultati importanti, in altri l’esperienza si è comunque dimostrata ampiamente piacevole e godibile. I complimenti vanno sia all’Orchestra che ai TARM, ancora una volta capaci di stupire per la loro grande poliedricità e la loro incredibile capacità di lavorare sempre bene, qualsiasi cosa facciano. (Piergiuseppe Lippolis)